Altre conferenze per le riunioni fraterne – Anno 1938

22 settembre 1938, Izgrev (Sofia)

26. Padre nostro


Qual è la differenza fra le persone che lavorano e quelle che non lavorano? Quando lavora e si impegna l’uomo spende una certa quantità di energia, dopodiché avverte la necessità di riposarsi. Chi si è impegnato e ha lavorato tutto il giorno, la sera vive beatamente: si gusta il cibo, si riposa con piacere e le sue tasche sono piene. Chi durante il giorno si è riposato, la sera si tormenta: non ha nulla da mangiare, non ha denaro per comprarsi qualcosa, e di conseguenza neanche il suo sonno sarà tranquillo.

Oggi noi festeggiamo il 22 settembre, che consideriamo un giorno di lavoro, di impegno. Che significato ha questo giorno? Dal punto di vista astronomico esso è connesso al movimento del Sole, che passa nell’emisfero meridionale. In questo giorno il Sole attraversa il nostro confine e pertanto noi lo salutiamo solennemente. Nell’attraversare il nostro confine il Sole prende da noi qualcosa e lo porta nell’emisfero sud. Quindi, il 22 marzo il Sole arriva da noi dall’emisfero nord e ci porta qualcosa, mentre il 22 settembre prende qualcosa da noi e lo porta nell’emisfero sud. Poiché il 22 marzo il Sole arriva da noi portandoci qualcosa, lo paragoniamo a una ragazza giovane. Tuttavia il 22 settembre il Sole ci lascia, e allora lo paragoniamo a un uomo anziano che ci prende qualcosa e lo porta via con sé. A partire dal 22 marzo l’erba e i fiori iniziano a spuntare, a fiorire, e gli uccellini cinguettano e cantano gioiosamente. È allegra la primavera! A partire dal 22 settembre tutta la vegetazione appassisce, le foglie degli alberi ingialliscono e cadono. Se guardate i giardini, i campi e i boschi, tutto è avvizzito e ingiallito. Quell’allegria che la primavera portava ora è scomparsa, e tutti dicono: «La natura è triste! È arrivato l’autunno».

“Padre nostro”. Finché dentro di sé dice “Padre nostro”, l’essere umano avrà tutto a disposizione: vita, cibo, acqua, aria, pensieri, sentimenti. Se dimentica le parole “Padre nostro”, egli perde tutto: la vita, il cibo, l’aria, l’acqua, la luce. Finché è presente “Padre nostro”, l’uomo è ricco, dispone di terreni, case, denaro: si trova nella primavera della vita, e allora nel mondo non vi sono persone povere e infelici. Potete forse definire povero chi ha un corpo, degli occhi, delle orecchie, un naso, una bocca? Potreste mai attendervi ricchezze più grandi di queste? Dal momento che ha un corpo, l’uomo ha una casa che nessuno può sottrargli. Il modo in cui vestirà – con abiti sontuosi o semplici, bianchi o colorati – è una questione secondaria. L’abbigliamento è qualcosa di mutevole, che dipende dalla moda; tuttavia, ciò che l’uomo porta con sé – i suoi pensieri e sentimenti – rappresenta la sua reale ricchezza, quella che egli potrà portare con sé anche nell’altro mondo.

Una volta arrivato sulla Terra l’uomo deve imparare la pazienza, con cui deve studiare se stesso e il suo prossimo. Quando qualcuno viene da voi e resta per ore a raccontarvi gli affari propri, dovete prepararvi ad ascoltarlo con pazienza. Successivamente una decina di persone faranno la fila per bussare alla vostra porta, e voi dovrete sopportare pazientemente il loro bussare. Costoro bussano così alla vostra mente e al vostro cuore per indurvi a pensare e a sentire correttamente. Chi non pensa correttamene e non ha luce nella propria mente non può essere libero. Chi non sente correttamente e non ha calore nel proprio cuore non può essere libero. Allo stesso modo non può essere libero chi non è in salute: il più piccolo dolore alle mani, alle gambe, agli occhi o alle orecchie gli rovinerà l’umore e lo priverà della possibilità di lavorare e comprendere bene le cose. Come potrà comprendervi chi ha un udito poco sviluppato? Dal momento che non sente bene, voi gli dite una cosa e lui ne comprende un’altra.

Un giovane incontrò un conoscente del suo villaggio e gli disse:

«Buongiorno, nonno!».

«Figliolo, sono stato al mercato», rispose il nonno.

«E dove vai ora, nonno?».

«Mi sono comprato un colbacco nuovo!».

«Vieni qui, riposiamoci un po’…».

«Bello o brutto che sia, ormai l’ho comprato e lo indosserò!».

Perché queste persone non si comprendono? Il giovane domanda una cosa e il vecchio ne risponde un’altra: non sente bene e di conseguenza dà delle risposte sbagliate. Entrambi pensano correttamente, ma il nonno è duro d’orecchi e pertanto non riesce a rispondere correttamente alle domande che gli vengono poste.

E così, se qualcuno vuole comprendere bene le cose, se vuole diventare colto, religioso, forte, deve studiare la grande scienza della vita. Per avere buoni rapporti con tutti gli esseri viventi, l’uomo deve educare i propri sentimenti e deve disporne come il buon musicista dispone delle note, come la persona colta dispone della lingua – con la quale trasmette il proprio pensiero – e il cantante dispone della propria voce. Finché non conseguirà questo, l’uomo verrà sballottato da un desiderio all’altro senza ottenere nulla. Allo stesso modo anche l’uomo stolto viene sballottato per anni prima di riuscire a realizzare un suo desiderio. Ciò che un uomo stolto ottiene in mille anni, un uomo comune lo ottiene in cento anni, un uomo di talento in dieci e un uomo di genio in un anno solo. Ciò dipende dalla velocità del loro movimento: l’uomo geniale è il più veloce nel suo movimento, l’uomo di talento è più lento, l’uomo comune è ancora più lento, e l’uomo stolto è estremamente lento.

“Padre nostro”. È bene che ognuno di voi dica dentro di sé “Padre nostro”, ma con la consapevolezza di avere un Padre a cui deve dare ascolto e sul quale può sempre contare. È bene che il figlio si rivolga a suo padre dicendo “Padre nostro” e si riempia di gratitudine e rispetto per lui. È piacevole per un uomo che qualcuno lo chiami “Padre nostro”, ma suo figlio e sua figlia devono amarlo e rispettarlo. Che padre è quello che non beneficia dell’amore e del rispetto dei propri figli e figlie?

Ho notato un grillo che ora esce e ora si nasconde nella propria tana. Mette la testa fuori, guarda verso il Sole, intona il suo canto monotono e subito si nasconde di nuovo nella tana. Cosa sta facendo quel grillo uscendo e rientrando nella sua tana? Qualcuno dirà che sta facendo delle ricerche scientifiche. Le ricerche scientifiche del grillo sono grandi e importanti quanto quelle dell’uomo ordinario, che con uno sguardo vuole abbracciare l’universo intero. Direte che con la preghiera si ottiene ogni cosa. Se questo fosse vero, perché dopo aver pregato le persone non hanno comunque successo? Perché un allievo, dopo aver ascoltato una lezione, non l’ha compresa? I motivi sono due: o l’allievo non fa attenzione e non riesce a comprendere, oppure l’insegnante non spiega bene. Per capire dove stia l’errore dovete scoprire qualcosa in più su colui che lo commette. Usando il microscopio l’uomo vede le cose più chiaramente che a occhio nudo. Questo ci dice che in condizioni ordinarie è difficile comprendere alcune cose, ma in condizioni particolari quelle stesse cose diventano facilmente comprensibili. Per esempio, un uomo ricco non apre il proprio cuore a un cantante o a un musicista ordinari, ma a un grande cantante o a un grande musicista quello stesso ricco spalancherà il proprio cuore e darà in abbondanza.

Potete definire tirchio quel ricco? Dipende da voi se riceverete di più o di meno da lui. Se andate presso una sorgente con una bottiglia dalla capacità di un litro, riceverete soltanto un litro d’acqua. Se portate un recipiente più grande, riceverete più acqua: ricevere più acqua o meno acqua dipende da voi. Nel mondo la causa delle sventure è dovuta per il 75% all’uomo stesso e per il 25% alle condizioni esterne. Un piccolo ruscelletto non può mettere in movimento un mulino, ma un grande fiume è in grado di farlo. Se vi aspettate molto lavoro da un piccolo fiume, l’errore è in voi. «Ma dovrebbe trovare da qualche parte più acqua e metterla a nostra disposizione!». Cosa può fare se non riesce a trovare altra acqua? Chi ha costruito il proprio mulino su quel piccolo fiume dovrà tener conto della sua portata. In Natura ogni momento è caratterizzato da specifiche condizioni: la primavera porta certe condizioni e ricchezze, l’estate ne porta altre, l’autunno e l’inverno ne portano altre ancora. Dunque, se volete beneficiare delle ricchezze della Natura, dovete essere vigili e attendere il momento in cui quelle ricchezze arrivano. Se perdete quel momento, beneficerete di altre ricchezze che verranno portate da nuove condizioni.

E così, se volete beneficiare delle ricchezze al momento opportuno dovete essere intelligenti. Questo significa accrescere gradualmente la vostra luce per vedere più chiaramente. Se avete una candela, la vostra luce non sarà sufficiente. Se accrescete la vostra luce grazie a due, tre, quattro candele o più, avrete una luce più brillante, più intensa. Con una luce intensa potrete vedere a grandi distanze. L’uomo comune si serve di una candela, l’uomo di talento di due candele, l’uomo geniale di tre, il santo di quattro e gli dèi di cinque. Inoltre le candele devono essere di buona qualità, per bruciare senza produrre fumo. Chi è intelligente vede più lontano poiché la sua luce è più grande. Una cosa si richiede all’uomo: ciò che egli conosce deve illuminarlo. La stessa cosa si richiede al cantante: applicare ciò che conosce. Egli sa che le note do e mi formano un intervallo di terza. Quando si ammala, egli può curarsi con quella terza. Il cantante bravo, geniale, è in grado di cantare due, tre, quattro, cinque o sei note simultaneamente. Per il momento questo non è possibile, tuttavia le corde vocali si possono contrarre e rilassare contemporaneamente in modi diversi, così da produrre più suoni, come già accade per alcuni strumenti come il pianoforte e il violino. Queste saranno acquisizioni del futuro.  

Oggi, poiché né gli uomini religiosi né quelli secolari hanno realizzato ciò a cui aspirano, dovete essere indulgenti verso di loro. Siate indulgenti non solo verso le persone ordinarie, ma anche verso gli scienziati, i musicisti, i poeti, i cantanti. A ogni essere umano è stata data la possibilità di sbagliare. Il bambino sbaglia, si sporca, ma la madre lo pulisce, corregge i suoi errori senza giudicarlo. L’uomo anziano e quello ammalato commettono errori, ma i loro cari non li giudicano. Ecco perché neanche voi dovete avere fretta di criticare, ma dovete dare il vostro aiuto quando ne avete la possibilità.

Entrai nello studio di un noto avvocato e vi trovai un predicatore. L’avvocato scriveva qualcosa e il predicatore sedeva e aspettava di capire di cosa si trattasse.

«Cosa sta facendo?», chiesi.

«Scrivo una denuncia. Un giovane si è preso gioco di noi e vogliamo fargli causa per dargli una bella lezione. Al predicatore ha chiesto in prestito venti leva1Il lev (al plurale, leva) è la moneta bulgara, tutt’ora in uso. e in cambio aveva promesso di portargli del grano; a me ha chiesto in prestito cento leva e mi aveva promesso di portarmi della farina. Da allora è passato molto tempo ma non abbiamo ricevuto né il grano né la farina».

«Ascoltatemi, strappate la denuncia: io devo a quell’uomo centoventi leva. Ecco, prendete venti leva al suo posto», e offrii venti leva al predicatore. Poi mi rivolsi all’avvocato e offrii cento leva anche a lui. «Non voglio nulla, ne farò a meno!», disse, poi strappò la denuncia e la questione fu risolta. In realtà io non dovevo nulla a quel giovane, ma ho messo in pratica questo come metodo di correzione dell’errore del mio prossimo. Tutti recitano “Padre nostro”, quindi quell’uomo è nostro fratello. Un fratello non deve forse saldare il debito di un altro fratello? Quel giovane desiderava sposarsi, aveva bisogno di soldi e li aveva presi in prestito qua e là. Dopo essersi sposato le sue necessità erano aumentate e non aveva potuto saldare i propri debiti. Cosa significa questo? Che sposandosi l’essere umano commetterà sempre degli errori.

Dunque, lungo il cammino della realizzazione dei propri desideri, l’uomo commette inevitabilmente degli errori. Una giovane donna, dopo essersi sposata, chiedeva continuamente al proprio amato di fargli una pelliccia di volpe da portare intorno al collo; si arrabbiava e litigava con lui a causa di quella pelliccia, che però non arrivava mai. Vissero insieme venticinque anni, ma ancora la pelliccia non era stata realizzata. La donna diceva: «Me ne andrò all’altro mondo a occhi aperti per questa pelliccia!».2“Andarsene all’altro mondo a occhi aperti”: espressione idiomatica bulgara che ha il significato di “morire senza essere riusciti realizzare un grande desiderio”. Alla fine la pelliccia arrivò. Anche se tardi, il desiderio della donna si realizzò. Tutti gli esseri umani si comportano allo stesso modo: quando hanno un desiderio pregano Dio per giorni interi affinché Egli soddisfi i loro desideri e invii loro una pelliccia. Ad ogni modo, un giorno il desiderio si realizzerà, e quando ciò accadrà constateranno che non hanno ottenuto nulla di speciale. Nell’anima umana, tuttavia, vi sono desideri della cui realizzazione si occupa Dio stesso: tale realizzazione contribuisce molto alla crescita e allo sviluppo degli esseri umani.

“Padre nostro”. Auguro a tutti voi di poter compiere la volontà di Dio, ciascuno secondo la propria comprensione. Io credo che ogni persona sappia come compiere la volontà di Dio, ma rimanda le cose. Nel mondo fisico si possono rimandare le cose, ma il mondo Divino non tollera alcuna procrastinazione. Nel mondo fisico si verificano cambiamenti e mutazioni, nel mondo spirituale le cose si manifestano, e nel mondo Divino esiste un’unità assoluta. Il mondo Divino è simile al centro di un cerchio, e pertanto in esso non si verifica alcun cambiamento. Per questo centro passa un asse che ha il ruolo di raggio, e con il movimento del raggio attorno al centro si forma una linea curva detta circonferenza. Chi si muove nella periferia, in corrispondenza della circonferenza, si trova nel mondo dei cambiamenti continui. Chi non vuole muoversi nel mondo dei cambiamenti deve vivere al centro, e tuttavia per vivere al centro è richiesta una grande comprensione.

E così, per vivere al centro, nel mondo Divino, l’essere umano deve sviluppare tutte le sue capacità e i suoi sentimenti. Il mondo Divino è vario, e integra ogni capacità e sentimento dell’uomo in un tutto unico. Ecco perché diciamo che in quella vita regna una piena unità. Se l’uomo si sviluppa in una sola direzione, entra nel mondo della monotonia. No, una volta venuto sulla Terra egli deve lavorare per lo sviluppo di ogni suo sentimento: quello musicale, che si trova ai lati della fronte, la misericordia, che si trova nella parte anteriore della testa, la fede e i sentimenti morali più elevati, che si trovano nella parte superiore della testa, la speranza, l’immaginazione e così via. Nella testa dell’essere umano vi sono più di quaranta centri, che egli deve sviluppare in ugual misura. In questo senso l’essere umano rappresenta un ricco strumento che attende il tempo propizio per il proprio sviluppo. Dato che possiede una tale ricchezza, può mai essere scontento? La scontentezza è il risultato della vita egoistica dell’uomo; per poterne uscirne egli deve lavorare, espandersi ed entrare nelle regioni superiori della vita. Non dovete pensare che vi sia necessaria una cosa sola. Qualcuno afferma di avere una grande memoria, ma in lui non è ben sviluppato il sentimento musicale. Se quest’ultimo non è ben sviluppato in un uomo, questi deve cantare e suonare per esercitarlo. Fino a quando qualcuno non avrà lavorato su tutti i suoi centri, sentimenti e capacità, si svilupperà solo in parte e non sarà ancora pienamente un essere umano. Durante questo sviluppo egli è esposto a grandi sofferenze e contraddizioni.

Molte delle sofferenze e delle contraddizioni degli esseri umani sono dovute alla mancanza di fiducia che essi nutrono reciprocamente. Per esempio, voi siete qui riuniti, ma non vi fidate l’uno dell’altro né vi stimate reciprocamente. Molti non riescono a sopportarsi, ma un giorno se ne pentiranno. Quando vede che in una società le persone non vivono in concordia, Dio inizia a disperderle: sentite continuamente che qualcuno o qualcun altro sono partiti per l’altro mondo, per il Cielo. Rallegratevi reciprocamente finché siete insieme: quando vi separerete vi dispiacerà, poiché non vi incontrerete mai più nella stessa forma che avete oggi. Ogni essere umano è al proprio posto: nessuno può rimuovere né sostituire qualcun altro. Quando siete scontenti di qualcuno, voi desiderate eliminarlo. È preferibile che quella persona rimanga al suo posto, qualsiasi siano i suoi difetti, piuttosto che vengano sprecate tutte le spese sostenute per lei dall’inizio della sua vita fino a quel momento. Se davvero occorresse eliminare qualcosa dalla vita degli esseri umani, la prima cosa da eliminare sarebbe la scontentezza. Verrà un giorno in cui la scontentezza verrà sostituita dalla contentezza. Non vi è nulla nella vita di un essere umano che non possa essere soddisfatto. Se egli desidera qualcosa, il suo desiderio verrà sempre realizzato. Se non viene soddisfatto oggi, verrà soddisfatto domani.

“Padre nostro”. Queste sono due parole che celano in sé la magia della vita. Con le parole “Padre nostro” ogni cosa è possibile. Senza queste parole le cose sono irrealizzabili. Tenete dentro di voi queste parole come una bacchetta magica con cui potete risolvere ogni cosa. Dite “Padre nostro” e abbiate fede nelle possibilità della vita. Anche io dico “Padre nostro” e vi auguro di realizzare tutto ciò a cui la vostra anima aspira.

 

Preghiera “Padre nostro”

Questa è Vita Eterna: conoscere Te, Unico e Vero Dio


Conferenza tenuta dal Maestro a Izgrev il 22 settembre 1938

  


Traduzione a cura di Valentina Gencheva e Michele Antonio Salvemini