Altre conferenze per le riunioni fraterne – Anno 1926
25 agosto 1926, Sofia
5. I vostri nomi sono scritti nei cieli
«Tuttavia non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti,
ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
(Luca 10,20)
(1) Ciò che è grande nella vita di ogni uomo spirituale è la comprensione intelligente della Parola di Dio. Per Parola di Dio intendo tutto ciò che ci viene rivelato sia nel mondo visibile che in quello invisibile: ciò che viene rivelato al nostro cuore, alla nostra mente, alla nostra anima e al nostro spirito. Nell’attuale stadio di sviluppo dell’umanità queste quattro coscienze sono proprie della grande anima umana. Chiamo grande anima umana quell’anima che nel mondo comprende ogni cosa. Da cosa nascono, allora, le differenze nello sviluppo umano? Il motivo sta nel fatto che queste quattro coscienze non si sono riunite in una sola. Più queste coscienze vengono unite dallo spirito umano più l’essere umano cresce e si sviluppa. Cristo ha indirizzato l’attenzione dei suoi discepoli verso la Scienza divina, che dev’essere compresa bene. Infatti, se nella nostra vita non sappiamo come comparare molte cose od oggetti, molti corpi viventi, molti nostri amici, e persino gli angeli, possiamo inciampare a causa delle idee che essi ci suggeriscono. Notate, ad esempio, che gli uomini di oggi non sanno come riporre nella loro anima l’idea di Dio. Quali discussioni, litigi e persecuzioni avvengono fra le persone a causa di questa idea! Oggi tutti discutono dell’esistenza di Dio, e ciò mostra che, per quanto si possa parlare di Dio, si è ancora lontani dalla Sua vera essenza.
(2) Cristo dice: «Non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti». Vi chiedo: quando una madre concepisce un bambino, è quest’ultimo a sottomettersi alla madre oppure è la madre a sottomettersi al bambino? Quand’è che il bambino si sottomette di più alla madre, quando è nel suo grembo o quando ne è fuori? E quand’è che la madre deve rallegrarsi maggiormente, quando il bambino è nel suo grembo o quando è nato? Dovete riflettere su queste situazioni; si tratta degli stessi rapporti di cui Cristo dice: «Non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti in cielo». Può rallegrarsi colui che comprende cosa vuol dire che il suo nome è scritto in cielo, fra tutti i suoi amici, fra tutti gli Esseri elevati che hanno terminato la loro evoluzione e possono mettersi nei suoi panni e portargli raggi di gioia e beatitudine nella vita. Ora risponderò per voi alla domanda su quando la madre debba rallegrarsi maggiormente: deve rallegrarsi di più quando il bambino è nato, non quando è stato concepito. Perché non deve rallegrarsi di più dopo averlo concepito? Perché dal concepimento fino al momento in cui il bambino nasce possono esserci molte sorprese e molti casi sfortunati. Ecco perché ogni madre si rallegra maggiormente dopo che il bambino è nato; quando nasce gli dà un nome e, quando il bambino ha un nome, lei si rallegra maggiormente rispetto a quando non lo aveva.
(3) Questa legge è valida anche per ciò che riguarda la vostra vita: non rallegratevi delle piccole acquisizioni che ottenete nel mondo. Ad esempio, spesso vi rallegrate degli applausi e dei mazzi di fiori che avete ricevuto dopo aver declamato una poesia. Voi prendete quel mazzo di fiori, lo portate in giro fra le persone e ve ne rallegrate. D’accordo, ma domani quei fiori appassiranno, gli applausi cesseranno, e non rimarrà nulla del vostro declamare e del vostro suonare. Dico: quell’acquisizione è temporanea, e di essa non rimarrà nulla. Chiedo: a cosa vi serviranno nella vita quegli applausi o quei mazzi di fiori quando andrete nei campi, quando dovrete risolvere qualche compito importante che il Maestro vi ha assegnato, quando siete in preghiera, o quando volete aiutare qualche persona povera? Spesso parlate dell’opinione pubblica e vi rallegrate quando essa vi è favorevole, ma io vi dirò la Verità: tenete conto innanzi tutto dell’opinione che di voi hanno Dio, i santi e tutte le persone buone sulla terra. Mantenete costantemente nella vostra mente questa magnifica idea, infatti anche queste persone vi conoscono, e la loro opinione è importante per voi: ciascuno di voi, avendo rivolto il viso a Dio, è ormai da Lui conosciuto e chiamato per nome. Dal momento che Dio e le persone buone vi conoscono, vi conosceranno anche i santi, nonostante voi non conosciate loro. Perfino voi che siete qui sulla Terra non vi conoscete l’un l’altro. Se chiedessi a uno di voi di pronunciare il nome di qualcuno dei suoi fratelli, non potrà farlo, non lo conosce. Tuttavia i santi e le persone buone, che compiono la volontà di Dio, conoscono i vostri nomi, essi sono scritti nelle loro menti. Loro vi conoscono per nome. Chiunque intraprenda la via verso il Signore diventa a loro noto. Essi sanno tutto di lui, si interessano a ogni cosa: come vive, come prega, a che livello di sviluppo è arrivato, e così via.
(4) Quando parlate di Cristo dovete sempre intendere la prima immagine nel mondo, il primogenito, l’inizio dell’evoluzione umana, l’inizio del genere umano. E di Cristo si dice che è a capo della Chiesa, mentre a capo di Cristo vi è Dio. Questa è la grande questione. E tutti voi, che volete servire Dio, dovete avere una fede straordinaria, forte e incrollabile. Se avete la fede dei cristiani ortodossi, voi perdete il vostro tempo! Se avete la fede dei comuni uomini colti, dei filosofi, perdete ancora il vostro tempo! No, voi dovete avere la fede dei santi, dei giusti, delle persone buone che hanno terminato la loro vita sulla Terra e hanno sacrificato ogni cosa per Dio. I cristiani ortodossi di oggi non sono ancora ortodossi come Dio richiede, e anche gli evangelisti non sono come Dio richiede. Qualsiasi nome portino i credenti di oggi, si tratta di nomi comuni, nomi che cambiano. Ecco perché ciascuno di voi deve desiderare con tutta la propria anima di essere scritto in cielo con quel nome che non cambia mai. E ciascuno deve sapere se il proprio nome è scritto in alto. Nel momento in cui il suo nome è scritto in cielo, egli ha già un gran privilegio. Immaginatevi che il vostro nome sia scritto nella banca nazionale d’Inghilterra, la banca più grande e ricca del mondo:1Il dato si riferisce ai primi decenni del Novecento. quale sarà la vostra situazione? Vi faranno credito nel mondo intero; ovunque andiate, a qualsiasi banca bussiate e qualsiasi prestito chiediate, per voi la via sarà spianata. Se invece non siete conosciuti dalla Banca d’Inghilterra, sempre e ovunque andiate vi troverete in difficoltà. Tale è la situazione di tutti coloro il cui nome non è scritto in cielo. Nel momento in cui venisse scritto, anche se decidessero di andare nei luoghi più remoti dell’Inghilterra, del Giappone, della Cina, o in qualsiasi altro luogo, per mari, fiumi o foreste, la loro via sarebbe ovunque spianata. Se in mare dovesse scoppiare una tempesta, a una persona simile, come a Cristo, basterà sollevare la sua mano, e la tempesta dirà: «Ti conosco e mi sottometto alla tua parola!». La tempesta cesserà immediatamente. Questa è nel mondo la bacchetta magica; questa è la sua potenza.
(5) E così, dico: solo quando i vostri nomi saranno scritti in cielo, voi verrete accettati nella grande Scuola divina e comincerete a studiare questa grande Scienza divina. Sapete quale grande prospettiva di conoscenze, bellezza, scienza, arte, poesia e altro ancora ci sia in questa Scienza divina? Ciò che l’essere umano non riesce a esprimere a parole, ciò che si cela nella sua anima, nel suo spirito, nella sua mente e nel suo cuore, egli lo raggiungerà soltanto quando il suo nome sarà scritto in cielo. L’essere umano, una volta andato lassù, deve conoscere il suo nome. Ora io non voglio che veniate da me e mi diciate: «Maestro, dimmi qual è il mio nome!». Voi dovete andare lassù, e lì ciascuno di voi deve scoprire da solo quale sia il suo nome. Uno dei vostri grandi compiti è quello di scoprire se il vostro nome è scritto o meno in alto, nel cielo. Io vi dirò attraverso quali segni potete riconoscere se è scritto o meno. Prendete la situazione più semplice nella vita, quando vi rivolgete a un bambino piccolo, chiamandolo: «Ehi, bimbo, ascolta! Bimbo, senti cosa ti dico!», e lui non si gira. Tuttavia, se lo chiamate per nome, lui si gira subito verso di voi, contento. Perché? Il suo nome è stato scritto. La stessa cosa vale anche per voi: i santi, quando scenderanno dall’alto, vi chiameranno per nome. Quando sentirete il vostro nome avvertirete una grande gioia. Quando nel mondo un essere umano ha un nome, egli è forte: proprio lì risiede la sua grandezza. Sarebbe forse bello se si rivolgessero a lui dicendo: «Ehi, tu! Ehilà! Numero uno, numero due, numero tre…»? Queste sono solo forme della grammatica umana, ma secondo la Parola vivente, secondo la Fonte della vita suprema, l’essere umano deve avere un nome che Dio ha stabilito per lui. Questo è ciò che è reale, quello a cui dobbiamo aspirare. Ciascuno dovrebbe conoscere da sé questo nome.
(6) Ora, qual è il vostro nome? Per acquisire tale realtà, tuttavia, all’essere umano sono necessarie tre cose essenziali. Non aspirate a raggiungere subito il cielo: dovete prima comprendere il senso della vita terrena, fisica, e allora comprenderete quella divina. L’uomo che non è in grado di comprendere il senso della vita terrena non può comprendere il senso della vita della vita spirituale né quello della vita divina. Cristo dice: «Se vi ho parlato di cose terrene e non credete, come crederete se vi parlo di cose celesti?».2La Sacra Bibbia (Gv 3,12). Ecco perché bisogna iniziare dalle cose più vicine.
(7) Alcuni allievi dicono:
«Cosa rappresenta la Terra?».
«Un nulla! Tutto è in alto, è la vita nel cielo ad essere importante».
No, la Terra, la Natura vivente di cui vi parlo è un riflesso spirituale del Mondo divino, ecco perché inizieremo dalle cose visibili e più vicine a noi, e poi procederemo verso l’alto. Supponete che una persona stia mangiando bene, tutto le sia gradito, e il cibo venga ben digerito nel suo stomaco; passando al processo successivo, però, i liquidi provenienti dallo stomaco non riescono a procedere oltre e la circolazione sanguigna non si svolge correttamente. Allora chiedo: in che stato si troverà quella persona? Se la linfa non riesce a passare attraverso i polmoni e il sangue non può purificarsi, l’organismo gradualmente comincerà ad avvelenarsi e si originerà qualche infezione che provocherà una malattia. Se invece la linfa arriva correttamente ai polmoni, lì il sangue si purificherà, e lo stato di quella persona migliorerà: quest’ultima si sentirà energica e allegra. Tuttavia, se la linfa non riesce ad arrivare al cervello, ma si ferma ai polmoni, avrà luogo ugualmente un processo anomalo. Quindi, non è sufficiente soltanto che la digestione avvenga correttamente, né che nei polmoni avvenga correttamente la purificazione del sangue: questo sangue deve arrivare al cervello, dove potrà agire e trasformarsi in una forza dinamica. Solo in questo modo il pensiero umano comincerà a funzionare. Tuttavia, se il pensiero si ferma lì, in quel punto, e non va oltre, si avrà una persona materialista, una persona che nella vita si interessa solo alle cose materiali, e allora si produrrà nuovamente un avvelenamento dell’organismo. A causa di tale avvelenamento si può morire. Dunque, secondo questo incessante processo divino che avviene nell’uomo, qualsiasi energia si generi in voi, non dovete fermarla. Ciò significa: dobbiamo lasciare che ogni pensiero elevato e nobile e ogni sentimento elevato e nobile che nascono in noi si sviluppino completamente e compiano un movimento circolare. Questo nostro pensiero attraverserà il cielo intero, scenderà sulla Terra, ne attraverserà il centro e tornerà nuovamente a noi, portando con sé tutte le benedizioni che ci sono necessarie. Affinché un pensiero ritorni, a volte è necessaria un’ora, altre volte è necessario un giorno, talvolta una settimana o un mese, altre volte ancora sono necessari dieci anni, ma spessissimo sono necessari ventidue anni. In casi estremi, il lasso di tempo più lungo che un pensiero può impiegare per il suo ritorno è di centoventi anni. Per molte persone passano centoventi anni mentre aspettano che un loro pensiero ritorni, e durante quel tempo essi tornano un’altra volta giovani. Alcuni dicono: «Chissà quando tornerà il nostro pensiero o il nostro sentimento! Chi li aspetterà? Si saranno attardati da qualche parte!». Essi non hanno la pazienza di aspettarli e muoiono. Altri, invece, li vanno a cercare. A volte gli esseri umani vagano per quaranta, cinquanta o duecentocinquant’anni, e poi si ritrovano al punto di partenza.
(8) Dunque, in questo modo voi studiate la grande legge della vita, cioè la grande pazienza. Quando inviate un vostro pensiero nello spazio aspetterete con grandissima pazienza per dieci, venti o ventidue anni, finché esso non compirà il suo giro e tornerà a voi con una bella e grande notizia. Allora in voi avverrà una trasformazione. Nelle attuali condizioni di vita ogni sette anni in voi avviene un cambiamento. I teosofi parlano di questi cambiamenti nell’organismo umano, come anche nel suo corpo spirituale. I pensieri che sono fuoriusciti da voi e sono andati verso Dio faranno ritorno fra sette anni. Dopo ogni periodo di sette anni nell’essere umano inizia una nuova fase, che la scienza occulta chiama sviluppo di un nuovo corpo. Tali corpi sono principalmente sette. Nelle persone più sviluppate spiritualmente ve ne sono altri tre, e negli esseri più evoluti se ne sviluppano ancora due. Dunque nell’essere umano si possono sviluppare dodici corpi in tutto. La cultura odierna è arrivata al punto di poter appena percepire i primi sette corpi, che l’essere umano, sotto forma di flussi, invia nel mondo invisibile. Ogni flusso, dopo essere arrivato a Dio e tornato, porterà all’uomo un bene particolare, materiali particolari con i quali egli costruirà la sua vita qui sulla Terra.
(9) Cristo dice: «Non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli!». Rallegratevi, perché avete un collegamento con Dio, affinché possiate inviare a Lui i vostri pensieri e desideri, e Lui possa rispondervi attraverso il Suo pensiero.
(10) Ora, qual è il senso pratico, ideale, di questo pensiero? Il pensiero di essere evoluti o non evoluti non deve esservi di impedimento. Qualcuno dice: «Io non sono ancora evoluto». In effetti non esiste l’uomo evoluto e l’uomo non evoluto, ma esiste solo la crescita. Se qualcuno è diventato un poeta, ciò significa che è cresciuto più di qualcun altro che ancora non è cresciuto. Non preoccupatevi della vostra statura! Il tempo che Dio ha stabilito arriverà e porterà i suoi frutti. Non abbiate fretta! Quando vedete un grande albero di noce cresciuto nei vostri paraggi, non vi avvicinate. Al massimo pregate Dio di trovarvi a cento metri di distanza dalle sue radici, poiché esso estrae tutta la linfa dalla terra, e non ne rimarrà per voi. In base alla stessa legge, quando vedete un santo, non vi avvicinate troppo a lui! Voi pensate che avvicinandovi a un oggetto lo studierete bene. No, la vicinanza acceca gli uomini.
(11) Vi porterò un esempio tratto dalla vita ordinaria, che vorrei afferraste nella sua ampiezza, e non con la comune comprensione che avete delle cose. Vi porto degli esempi che spiritualizzano. Ci sono due amici: finché essi si trovano a scuola, lontani l’uno dall’altro, finché non hanno scambi ravvicinati, il loro amore è puro ed elevato; ma non appena fra loro hanno inizio degli scambi materiali, subito essi cominciano a percepire i loro errori e a vedere i loro difetti. Prendete un ragazzo che ama una ragazza. In un primo momento egli le dice: «Tu sei la mia dea, senza di te non posso vivere, sei la mia salvatrice, il mio angelo! Se non mi guarderai con benevolenza, la mia evoluzione si fermerà…». Egli pensa di aver trovato la propria felicità. Dopo averla presa in moglie, però, già dal secondo anno comincia a vedere ciò che è negativo in lei, e le dice: «Ehi, Marì, non sai come sono tua madre e tuo padre? Non vuoi essere meglio di loro?». Prima la chiamava, Marietta, Mariuccia, mentre ora le dice: «Marì!». Il bambino che ama sua madre la chiama mammina, ma quando cresce la chiama mamma. Questo esprime tutti quei cambiamenti che avvengono nell’animo dell’essere umano.
(12) Cambiamenti simili avvengono anche nella vita religiosa degli uomini. Quando entrano in una nuova comunità religiosa, essi dicono: «Queste persone qui sono molto elevate, molto nobili, vivremo con loro!». Dopo aver vissuto un anno con loro, tuttavia, dicono: «Queste non sono persone, ma lupi, ipocriti, scapperemo via da loro!». Ma come, pensavate forse di incontrare dei santi sulla Terra? I santi non vivono fra voi, ma da qualche altra parte. Qui si manifestano soltanto. E così dico: dovete sapere che nessuno vive solo con se stesso, nessuno è indipendente. Voi siete un centro dove si incontrano non solo mille, né diecimila, ma milioni di spiriti. Voi siete un campo dove essi lavorano, e a volte, quando arrivano molti di questi spiriti, voi cominciate a somigliare a un campo che in molti si contendono: uno lo vuole arare, ma vuol farlo anche un altro; cominciano ad ararlo, ma a un certo punto fermano il lavoro e iniziano a bisticciare: si picchiano, litigano, battibeccano. Voi vi meravigliate di ciò che accade e dite: «Dentro di me sta succedendo qualcosa di terribile, mi scoppia la testa!». Dico: sono gli spiriti a litigare nella tua testa; se in te dovessero prendere il sopravvento gli spiriti cattivi, metteranno tutto sottosopra; se invece gli spiriti risolveranno bene le questioni, il lavoro procederà, tu metterai a posto e in ordine ogni cosa, e in te si stabilirà la pace e la concordia.
(13) E così, Cristo dice: «Non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Gli spiriti si sottomettono, ma solo temporaneamente, poiché anch’essi sono intelligenti. Essi si sottomettono finché non trovano qualche piccolissima debolezza: quando la trovano, si impadroniscono subito di voi e si manifestano come vogliono. Avete visto come combattono i lottatori? Dopo aver combattuto a lungo, uno dei due prende il sopravvento e si ritrova sopra l’altro. Tuttavia, chi sta sopra deve fare attenzione e restare vigile, altrimenti il perdente potrebbe riprendersi, e lui, senza neanche accorgersene, si ritroverebbe di nuovo con le spalle a terra e si giocherebbe la vittoria. La sua vittoria, quindi, era solo fittizia. I turchi hanno un proverbio che dice: «Quando invochi gli spiriti, questi vengono facilmente e facilmente si sottomettono, ma quando arriva il momento di scacciarli, ti danno del filo da torcere».
(14) Molti di voi sperimentano situazioni e manifestazioni dovute al fatto che vi trovate sotto l’influenza di tali spiriti. Un tempo eravate pazienti, mansueti, temperanti, e ora siete irascibili e pronti a litigare con chiunque. Questo stato appartiene forse a voi? No. È possibile che l’acqua di una sorgente, che fino a ieri era limpida e cristallina, diventi torbida all’improvviso? Non è possibile. Voi dovete conoscere questi spiriti, conoscere le loro manifestazioni e imparare a influenzarli. A volte in voi nasce l’orgoglio: commettete un errore e non volete ammetterlo, e così dite: «Io non potrei mai commettere un errore simile». Forse non sei stato tu a commettere quell’errore, ma il fatto è che si ritrova nel tuo borsellino. Ad esempio, qualcuno ha messo nel tuo borsellino dei soldi falsi senza che tu lo sappia. Nel frattempo arrivano degli ispettori per controllare la cassa e trovano i soldi falsi nel tuo borsellino. Come potrai spiegare una simile contraddizione? Cosa dirai per giustificarti? Gli ispettori ti chiederanno: «Sei stato tu a fabbricare questi soldi?». Tu dirai: «Io non stampo soldi». D’accordo, ma quei soldi falsi sono stati ritrovati nel tuo borsellino, in cui ci saranno sia soldi veri sia soldi falsi.
(15) Nella vita, dunque, non tutti i cattivi pensieri sono vostri, ma non lo sono neanche quelli buoni. Vi chiedo: tutti gli alberi che crescono nel Giardino di Boris,3Uno dei parchi più antichi e conosciuti della città di Sofia, capitale della Bulgaria, chiamato così in onore dello Zar Boris III. sulle montagne, in America o in ogni altro luogo, li abbiamo creati noi? No. Quegli alberi sono il frutto del pensiero di altri esseri che sono vissuti prima di noi; ma tutti quei pensieri che sono nostri rimangono dentro di noi per edificare. I pensieri che mantengono in ordine il nostro cervello, edificano il nostro corpo e ne sostengono le forze sono pensieri nostri, e sono come le instancabili api operaie di un alveare. Talvolta possono anche arrivare delle api da fuori, ma non dovete rallegrarvene, poiché vengono per rubare. Le api dei diversi alveari dispongono di un corpo di guardia. Allo stesso modo anche ognuno di voi, studiando le scienze occulte, deve comprendere la Legge divina per potersi proteggere in modo più intelligente. Come? Come le api. Loro hanno una regina, e tutti i loro pensieri sono rivolti a lei. Dentro di sé l’essere umano deve avere un pensiero regale, che regna su tutti gli altri. Detto in altre parole: noi dobbiamo porre Dio al centro della nostra vita, come un re, e in tutte le difficoltà dobbiamo rivolgerci a Lui. Se ci rivolgiamo a Lui, tutte le questioni si risolveranno facilmente. Per noi l’idea di Dio non è tanto astratta, ma è l’idea più reale. Rivolgetevi a Dio con tutta l’umiltà della vostra anima, ed Egli vi aiuterà. Diciamo che avete un problema di difficile soluzione: se vi rivolgete a Dio con una preghiera sincera, colma di umiltà, qualsiasi aiuto gli chiediate, Egli ve lo darà. L’allievo occulto deve essere umile, accondiscendente e ragionevole. Egli deve vedere le cose da lontano, senza cadere nelle contraddizioni. Quando intraprende una guerra deve mantenere saldi princìpi e, una volta entrato in guerra, non deve cedere. Qualche altra volta, invece, non deve entrare in guerra. Ecco perché oggi avete tutti delle difficoltà nella vostra vita. A volte vi scoraggiate a causa di queste difficoltà, ma sappiate che molte volte siete voi stessi a crearle senza esserne consapevoli. Ora, io noto che quelli che sono di Sofia, ma anche quelli che vengono dalla provincia, fratelli e sorelle, allievi della Scuola occulta, attraversano grandi prove come tutte le persone religiose e mondane. La differenza sta solo nel fatto che le persone mondane non sanno perché e a qual fine arrivano quelle prove, mentre voi lo sapete. In questa conferenza non vi spiegherò perché e a qual fine arrivano le prove, ma leggete le conferenze, studiatele a fondo, là sono state date molte spiegazioni. Anche in futuro, quando vi parlerò, fate attenzione alle mie spiegazioni. Gli allievi devono essere pronti a ogni prova. Ora vi si richiede l’applicazione del Nuovo Insegnamento nella vostra vita.
(16) Supponete di avere un vicino molto cattivo: come vi comportereste con lui? Io vi dico: domerete il vostro vicino nel nuovo modo. Un amico mi raccontava il seguente esempio: un americano aveva un cavallo che mordeva e scalciava, e nessuno riusciva ad avvicinarglisi. Il suo padrone si lamentava sempre: tirava un calcio a uno, tirava un calcio a un altro, e a entrambi rompeva la testa. Alla fine arrivò da questo americano uno dei suoi amici e gli chiese:
«In che consiste la cattiveria di questo cavallo?».
«Lascia perdere, non gli si può avvicinare nessuno: morde e scalcia».
«Hai del fieno?».
«Sì, ce l’ho».
Egli prese un fascio di fieno, lo appese alla coda del cavallo e lo lasciò libero. Per tutto il giorno il cavallo scalciò, morse e corse, finché alla fine si sdraiò a terra, ormai domato. Il giorno dopo gli applicarono il giogo e lo misero al lavoro, e ormai il cavallo non scalciava né mordeva più. Dico: allo stesso modo mettete un fascio di fieno sulle spalle del vostro vicino, in modo che scalci tutto il giorno, finché non si stancherà. Quando si sarà stancato, si addolcirà. Questa è la regola secondo cui potete domare una persona. Non trasformate una persona viva in un bersaglio per i soldati, ma mettetele sulle spalle del fieno o qualcos’altro.
(17) Vi porterò ancora un esempio. Un povero mugnaio allevava polli, ma aveva un cane che aveva imparato a mangiarne le uova. Il mugnaio lo picchiava e lo cacciava via nella speranza che abbandonasse quell’abitudine, ma il cane continuava comunque a mangiare le uova. Alla fine un suo amico gli dette il seguente consiglio: «Per disabituare il cane a mangiare le uova delle galline, cuoci un uovo e, mentre è ancora bollente, non appena senti4Quando la gallina individua un buon posto e vi depone un uovo, emette il particolare verso che in italiano viene onomatopeicamente descritto con la parola coccodè. Questo verso serve a richiamare l’attenzione delle altre galline, invitandole a deporre le loro uova in quello stesso nido. che una gallina ha deposto un uovo, sostituisci l’uovo fresco con quello cotto». Il padrone fece ciò che gli era stato consigliato. Il cane, quando sentì che una delle galline aveva fatto l’uovo, si precipitò verso il nido, inghiottì velocemente l’uovo bollente, ma dovette correre via: l’uovo gli si era talmente incastrato fra i denti, che riuscì a malapena a toglierselo dalla bocca. Dal quel momento in poi al cane non passo più per la testa l’idea di far visita ai nidi delle galline.
(18) Dico: vi sono molte persone che devono mangiare un uovo cotto per liberarsi di qualche loro difetto. Con ogni difetto bisogna comportarsi in modo intelligente, in modo pedagogico, come con il cane che deve imparare la regola di non mangiare le uova nel pollaio, o con il cavallo che non deve scalciare e mordere, ma vivere in modo pacifico e mansueto. Potrei portarvi ancora molti esempi su come domare le persone, ma queste sono cose ordinarie. Vi sono persone che sono in grado di influenzare le api, ve ne sono altre che domano i serpenti, le tigri, i leoni, ma per fare questo si richiede presenza di spirito e una forte volontà. Ad esempio, se vuoi domare gli animali e vuoi che non ti mordano, devi tenere la tua mente fortemente concentrata. Gli inglesi, che passano per persone eccentriche, spesso fanno simili esperimenti per domare gli animali in India e in Africa. Qualcuno si siede su una grande pietra, fra gli animali, e concentra la propria mente su un determinato pensiero; quando accanto a lui passa un leone egli rimane immobile, ma, se si muovesse appena, il leone lo attaccherebbe. Chi vuole servire Dio deve avere la coscienza sveglia. Se inizia a piangere, a scalciare, a lamentarsi perché da qualche parte non l’hanno preso, o perché da qualche altra parte l’hanno cacciato via, il leone lo prenderà. Tu, in qualità di allievo, quando entri a far parte di una società, anche se ti dovessero offendere, devi mostrare che non sei offeso. Anche se dovessero indirizzarti le parole più cattive, non devi neanche sospettare che abbiano parlato male di te. Così deve essere il cristiano, e così deve essere l’allievo del Nuovo Insegnamento! Dio dice: «Non fate le vostre vendette, perché mia è la vendetta».5La Sacra Bibbia (Romani 12,19). Il versetto è qui abbreviato; il testo completo è: “Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore”. Dimentica ogni cosa e vai avanti! Ciò non significa che quando passi accanto ai cani non sentirai il loro abbaiare; lo sentirai, ma saprai che quell’abbaiare non è a causa tua. Tutto ciò che accade in un villaggio è forse a causa mia? Non lo è. Allora, la prima cosa è: se volete che i vostri nomi siano scritti nel cielo, dovete aver raggiunto la condizione di poter influenzare il mondo dall’interno, con la forza della vostra mente. Supponiamo che siate attanagliati da una serie di difficoltà: cosa dovete fare? Dirigete il vostro pensiero verso Dio! Se c’è un’incomprensione con qualcuno, dirigete la vostra mente verso Dio! Se dovete del denaro a qualcuno, e il vostro creditore vi sta alle costole, dirigete la vostra mente verso Dio! Se siete ammalati e il dottore vi ha detto che fra due giorni ve ne andrete, indirizzate la vostra mente verso Dio! Aspettate che la risposta arrivi dall’alto! Se pregate Dio, non dovete prendere nessuna medicina! La medicina arriverà da dentro. Se prendi una medicina, essa deve produrre un processo interiore. Se chiami un medico che comprende la Legge di Dio e si fa guidare da Lui, egli comprenderà il tuo stato, e la medicina che ti dà sarà d’aiuto. Quando per una certa malattia avete sperimentato tutte le medicine consigliate dalla medicina odierna, ed esse non vi sono state d’aiuto, lasciatele perdere e rivolgetevi a Dio: allora la vostra guarigione arriverà dall’interno. Il vostro medico è dentro, è il medico dell’anima, e tutti voi dovete essere i vostri medici dell’anima. Voi soffrite per poter studiare a fondo voi stessi e gli altri, ma la persona intelligente deve sapere cosa pensa il suo amico; la persona intelligente deve sapere anche quali sono i sentimenti del suo amico. Voi dovete sapere che non vivete per le persone, ma per Dio: può darsi che per mezzo di tutto ciò che vi accade nella vita il Signore abbia deciso di mettevi alla prova, e dica a qualcuno di offendervi. Egli dice: «Rivolgete a quel santo una parola offensiva!». Dal momento che ciò proviene da Dio, dovete affrontarlo con gioia. Io vi ho riportato una serie di esempi che, a vostra volta, voi riporterete ad altri; ma quando si tratta di voi stessi, non li seguite.
(19) Vi porterò un esempio che vi serva da insegnamento. Un giovane discepolo andò da un Maestro indù e gli disse:
«Maestro, insegnami i grandi segreti della vita!».
«Te li insegnerò, ma solo se saprai portare a termine un compito. Farai tre cose: uscirai per strada e dapprima incontrerai un soldato: ti avvicinerai a lui e gli darai uno schiaffo. Più avanti incontrerai un religioso che prega Dio intimamente, e anche a lui darai uno schiaffo. Più avanti ancora, lungo la via, incontrerai un santo, un uomo che ha ormai portato a termine il proprio sviluppo, e a lui darai due schiaffi; poi tornerai da me».
Il discepolo andò dal soldato, gli dette uno schiaffo, e il soldato gliene restituì due. Andò dal religioso, che pregava Dio, e gli dette uno schiaffo: l’uomo si voltò, interruppe la sua preghiera, alzò la mano per colpirlo, ma subito dopo la abbassò e si rimise a pregare. Poi andò dal santo e gli diede due schiaffi, ma quest’ultimo non si mosse nemmeno. Il discepolo tornò dal suo Maestro, che gli chiese:
«Cosa ti ha detto il primo?».
«Eh, è andata molto male! Il militare mi ha dato due schiaffi così forti che li sento ancora».
«Questo è il metodo della vita ordinaria. Così agisce ogni persona che non è in grado di controllarsi e si serve della legge della necessità. Il secondo, l’uomo religioso, è colui che ha iniziato a vivere secondo la legge, pertanto desidera fare una cosa, ma poi si ferma e dice a se stesso: “Non fa niente, c’è una legge, e questa lo giudicherà!”. Il terzo, cioè il santo, è l’uomo che vive pienamente secondo la Legge dell’Amore. Perciò, quando tu, in qualità di allievo, avrai acquisito quest’ultima condizione, torna da me e io ti insegnerò!», gli rispose il Maestro.
La stessa cosa vale anche per voi: quando vi colpiscono, non solo non dovete rispondere, ma non dovete neanche accorgervi di essere stati colpiti. Il santo non si era nemmeno accorto di essere stato colpito: non un solo muscolo del suo viso si era mosso. Se siete in grado di sopportare le prove della vita come quel santo al quale hanno dato due schiaffi, allora comprenderete anche le leggi divine. Quel santo non ha neanche sentito il bisogno di alzare lo sguardo. Perché? Cristo vive in lui. Così neanche voi dovete cercare Cristo fuori, ma dentro di voi. Se qualche volta doveste vedere Cristo fuori di voi, quello è solo un riflesso, Lo state vedendo come in uno specchio. La Scrittura dice: «Nessuno ha mai visto Dio».6La Sacra Bibbia (1G 4,12). L’apostolo Paolo dice: «Ora non conosciamo Cristo come un tempo, quando era sulla Terra».7La Sacra Bibbia (2Co 5,16). Il versetto è qui abbreviato; il testo completo è: «Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così». Quando Cristo apparve a Paolo, egli cadde dal suo cavallo. Deve esserci un Anania8Personaggio biblico che, a Damasco, avrebbe svolto un ruolo nella conversione di San Paolo, restituendogli la vista e battezzandolo. ad aprire i vostri occhi. Adesso Cristo, Dio, vi appare interiormente, e dovete gioire che la presenza divina sia tale. Qualcuno chiede: «Perché non sono in grado di vedere Cristo?». Non abbiate fretta, verrà il momento in cui Lo vedrete. Non dovete vederlo prima del tempo: ogni cosa deve accadere a tempo debito. Il modo in cui Dio si rivela ora a noi è il migliore. Udiremo la Sua voce che parla piano e silenziosamente nella nostra coscienza, e dobbiamo compiere ogni più piccola cosa che ci venga detta interiormente.
(20) La cosa importante per noi è che Cristo ogni giorno ci faccia visita e ci dica: «Fai questo per me!». Quando qualcuno ti ha rivolto una parola offensiva, Cristo verrà da te e ti dirà: «Perdonalo per amor mio!». Se dici di non esserne capace, che per te è faticoso, non avrai compiuto la volontà di Dio. Se da te viene un uomo povero, e in quel momento Cristo ti fa visita e ti dice interiormente: «Dai i tuoi vestiti nuovi a questo povero!», se dici che gli darai i tuoi vestiti vecchi, perché i nuovi non li hai mai indossati, ancora una volta non avrai compiuto la volontà di Dio. Quel povero è un santo e Dio ti sta mettendo alla prova attraverso di lui! Quel povero potrebbe anche essere Cristo stesso. Il Signore ti dice interiormente: «Cedigli la tua stanza!», ma tu dici: «Ho un’altra stanza, gli darò quella», e di nuovo non avrai compiuto la volontà di Dio. Noi correggiamo costantemente quel che Dio ci dice, ecco perché le nostre cose non vanno bene. Qualcuno viene da me e mi chiede: «Quanti giorni dobbiamo digiunare, tre o cinque?». Dico: se non compi la volontà di Dio, anche digiunare venti giorni non ti servirà a nulla. Vi è un altro tipo di digiuno: se digiunassi per dieci giorni e ogni giorno portassi il mio pasto a delle povere vedove e a degli orfani, potrei comprendere un simile digiuno. Loro diranno: «Signore, Ti ringraziamo per averci inviato questo fratello!»; oppure potrei comprendere un digiuno fatto per purificarmi da qualche mio difetto, o per acquisire una buona disposizione d’animo, o per creare dentro di me dei buoni pensieri e sentimenti; ma se digiuno solo per esaurire il mio corpo e non poter lavorare, un tale digiuno non è per me comprensibile. Alcuni allora diranno: «Se le cose stanno così, lasciamo perdere il digiuno, per non esaurire il nostro corpo!». Questo è ancora più pericoloso. Guai a chi non digiuna! Chi non digiuna mai è come una nave molto carica, che si troverebbe in pericolo se incontrasse il mare mosso. Chi digiuna tanto è una nave vuota, senza alcun carico, e anche lui potrebbe ribaltarsi se incontrasse il mare in tempesta. Allora al primo dico di digiunare per svuotarsi un po’, oppure, in altre parole, di entrare in qualche porto, scaricare una piccola quantità della sua merce e alleggerirsi un po’. Al secondo dico: carica un po’ la tua nave! Quando si incontrano una nave vuota e una nave piena, quella piena dica a quella vuota: «Vieni fratello caro, prendi la metà del mio carico!».
(21) Voi allievi occulti della Bulgaria dovete dare un esempio, se non di perfezione, almeno di resistenza, di valore, di abnegazione, e inoltre, quando vi offendono, dovete essere in grado di sopportare. Quando in voi arriva la disperazione, non scoraggiatevi, e quando arriva la diffidenza, non perdete la fede. Vorrei che foste un esempio di fede vivente; non perderte mai la vostra fede! Noi, infatti, non vi vediamo come siete ora, ma come dovete essere fra cinque, dieci, ventidue anni. E allora chiunque vi incontrerà potrà dire: «Ecco una scienza che trasforma le persone!». Tutti voi dovete ringiovanire in ogni momento e coltivare i pensieri e i sentimenti più belli. Dovete essere degli esempi sotto ogni aspetto. Questo è il desiderio di Dio. Quando andrete da Dio, Egli darà a ciascuno di voi il posto stabilito, e voi lavorerete per Lui. Non pensate che quando andrete da Dio canterete, suonerete e riposerete tutto il giorno. No, se andrete da Dio potrete rimanere lì un giorno, due, tre, un mese, forse anche un anno, ma subito dopo vi metteranno al lavoro e vi daranno qualcosa da amministrare. Dovete prepararvi a un grande servizio nel Regno di Dio. Cristo dice: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli!».
(22) Ora vi auguro che i vostri nomi siano scritti in alto! Vi è forse qualcosa di meglio? Il prossimo anno, quando ci incontreremo, vi chiederò: «Avete ricevuto una lettera?», e desidero che tutti, senza eccezioni, ricevano una lettera! Se vi sarà un’esclusione, tutti insieme aiuterete quel fratello o quella sorella, e i loro nomi saranno scritti nel cielo. Siete tutti chiamati da Dio, senza esclusioni, ma tutti dobbiamo imparare. Chi sa poco deve imparare dagli altri. L’umiltà deve risiedere in tutti voi! Quando parlate, ascoltatevi a vicenda. Dovete fornire un modello per una educazione del futuro, in modo che chiunque vi veda sappia che in voi c’è un’Educazione divina, una disciplina interiore a cui vi sottomettete. Voi non dovete sottomettervi a un comando esterno, ma a uno interno. Se diciamo: «Tutti al lavoro!», allora iniziamo il lavoro; se viene detto: «Cantate!», allora cantiamo; se viene detto: «Mangiate!», allora mangiamo. Qualunque cosa si debba dire, qualunque cosa si debba eseguire, tutto deve provenire dal profondo della vostra anima. E quando incontrerete un fratello simile, vedrete che sulla sua fronte vi è una stella lucente. Questo è un segno che il suo nome è scritto in alto. Quando Cristo venne sulla Terra, anche allora comparve una stella. Quella stella annunciava la Sua nascita. Ogni volta che nasce un grande uomo, nel cielo appare una stella luminosa.
(23) Io voglio che tutti voi vediate quella stella. Possa la stella che apparve per Cristo apparire anche per voi! Essa è una stella divina, intelligente, che porta il Nuovo Insegnamento e tutte le ricchezze di Dio. È una stella con cui arrivano gli angeli di Dio, è una stella con la quale Dio distribuisce tutti i doni e le capacità di cui voi e tutti gli altri avete bisogno. E per il futuro noi avremo bisogno che in noi inizi a operare il grande e santo Spirito di Dio, il quale intende tutte le leggi che Dio ha stabilito. Allora tutto andrà avanti a posto e in ordine. Solo così in voi potrà essere apportato ciò che è nuovo, e potrete tutti percepire una ripresa interiore e un passaggio dalla vita transitoria della morte alla vita eterna dell’immortalità.
«Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nel cielo!».
Conferenza tenuta a Sofia il 25 agosto 1926, mercoledì, ore 9.00 a.m.
Traduzione a cura di Valentina Gencheva e Michele Antonio Salvemini