Conferenze Domenicali – Anno 1926

10 ottobre 1926, Sofia

12 dicembre 1926, Sofia

29. Per questo io sono nato


“Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità. Chiunque è dalla Verità, ascolta la mia voce” (
Giovanni 18, 37).


“Per questo io sono nato.” A chiunque appartenente alla cultura odierna chiediate perché è nato, otterrete una risposta diversa. Chiedete a qualche giovane madre perché è nata e vi risponderà a modo suo; chiedete ad un giovane padre perché è nato ed anche lui vi risponderà a modo suo; chiedete al giovane insegnante, al giovane poeta, al giovane sol­dato, al giovane musicista o a chiunque altro, perché è nato, ognuno di essi vi risponderà a modo suo. Tutte queste risposte includono delle bramosie parziali e fugaci nella vita dell’uomo. Tuttavia, Cristo fornisce una spiegazione più ampia su questo argomento. Egli dice: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimo­nianza alla Verità.”

Gli chiede Pilato: “Che cos’è la Verità?” Noi non definiremo cos’è la Verità, perché nessuna cosa a cui diamo una definizione, è una Verità. La Verità è ciò che non si può spie­gare. La Verità è ciò che non si può circoscrivere. La Verità è ciò che non si può raggiunge­re. La Verità è ciò che non dona da subito la piena felicità. La Verità è ciò che rianima l’uomo. Tutto sommato, la Verità si può definire come la giusta direzione nella vita.

Adesso vi citerò alcune brevi frasi, tratte dal lontano passato dell’esistenza. La prima è la seguente: “Quando l’Amore regna, non si genera alcun turbamento.” Significa, che la comparsa dell’Amore nell’anima umana scaccia via ogni turba. Laddove esistono le turbe, l’Amore non c’è.

La seconda frase concerne la Saggezza: “Quando la Saggezza domina, l’ordine non si scompiglia.” Significa, che la comparsa della Saggezza nell’anima umana apporta l’ordine nel mondo. Quando la Saggezza appare nell’anima umana, ogni cosa nella mente dell’uomo va al proprio posto. Un tale uomo ha le idee chiare, determinate e in completo ordine.

La terza frase riguarda la Verità: “Quando la Verità splende, il frutto germoglia e ma­tura.” Che cosa rappresenta il frutto per l’uomo? I frutti sono il nutrimento per vivere, sen­za il nutrimento la vita non può proseguire.

Cristo dice: “Per questo io sono nato, per rendere testimonianza alla Verità.” Questo significa: “Per questo io sono nato – per splendere perché il frutto possa germogliare e ma­turare.” Qual è il primo frutto dello Spirito? – L’Amore. Tutti dovete sapere che l’Amore si manifesta solo in presenza della Verità. Senza la Verità, l’Amore non può esprimersi in nes­suna anima, in nessuna mente. Questo non vuol dire che l’Amore non può penetrare nella persona che non ha in sé la Verità. Può penetrarvi, fino a un certo punto, ma tale persona non sarà capace di assorbirlo consapevolmente e di usarlo ragionevolmente. Se la Verità splende nella persona, anche l’Amore verrà. Quindi, la Verità presuppone un processo di espansione, un processo di libertà e vastità.

Dico: per comprendere la vita nella sua integrità, l’uomo odierno, con le concezioni che ha, deve tenere nella sua mente due idee principali: l’idea della vita materiale e l’idea della vita spirituale. Fin dall’antichità è detto, che ciò che è e che succede in cielo, è e succe­de anche in terra, vale a dire, che vi è una totale corrispondenza tra la vita spirituale e la vita materiale dell’uomo. E allora, per poter comprendere la vita materiale, l’uomo deve iniziare a studiare e comprendere la vita spirituale. La vita spirituale intende ampliare la coscienza, mentre quella materiale – restringere la coscienza. Ecco perché, ogni persona che vuole vivere bene e con buonsenso, deve ben capire questi due processi – l’ampliare e il restringere della sua coscienza. Se non comprende queste due leggi, essa dovrà sempre af­frontare delle grosse avversità. Tutte le avversità nella vita d’oggi, come tutte le pene e sof­ferenze, tutte le gioie e giubili, sono dovuti alla comprensione o alla non comprensione di queste due rotte nella coscienza umana. A volte uno si allarga o si limita più del dovuto. Non è pericoloso allargarsi, ma bisogna esserne consapevoli, per non ingannarsi. Cosa vuol dire allargarsi? – Noi immaginiamo una forma grande e ampia che necessita di un ingente contenuto. Immaginate di avere un grande sacco che, da vuoto, pesa un chilo, di riempirlo tutto di grano – circa cento chili, e di caricarlo sulle vostre spalle. Chiedo: ha senso caricar­vi sulle spalle un tale peso? Voi direte: “Pagherò qualcuno che porti il mio peso.” Che qual­cuno porti il vostro sacco dietro ad una certa ricompensa è cosa facile, ma l’arte sta nel por­tarvelo da soli. Colui che paga altri per portargli il sacco, finisce con la morte. Direte: “Ma come?”

Vi spiegherò quest’idea con un esempio semplice. Immaginate di trovarvi con il vo­stro sacco pieno d’oro in un pozzo, profondo circa cento metri. Per aiutarvi a portare fuori il sacco, avete pagato un servitore. Questi inizia a salire con il sacco d’oro sulle spalle, men­tre voi restate in fondo al pozzo ad aspettare che egli esca per poi seguirlo anche voi. Dal grande peso, però, il sacco scivola dalle spalle del servo e cade in fondo al pozzo. Che cosa ne sarà di voi che aspettate giù? Ecco perché io dico alla gente d’oggi: non lasciate il vostro sacco pieno d’oro sulle spalle degli altri, perché il sacco cadrà e l’oro tornerà da voi, recan­dovi, però, grandi disgrazie e sofferenze. Qualsiasi pensiero o sentimento l’uomo abbia creato, tornerà immancabilmente da lui. In qualsiasi posto l’abbia mandato, persino negli spazi infiniti dell’universo, tornerà sempre da lui. Questa è la legge. I dolori e le gioie che abbiamo recato alle altre persone, un giorno, senz’altro, torneranno da noi.

La gente odierna non prende in considerazione questa legge nella sua vita e si chiede come mai incontra le sofferenze e le sfortune. Essa studia la filosofia del cristianesimo e af­ferma che Tizio è un vero cristiano, mentre Caio non lo è. Chi è un vero cristiano? Come lo si riconosce? Ma soprattutto, perché Cristo è venuto sulla terra? Oggi la gente pensa, che Cristo sia venuto nel mondo per soffrire e salvare l’umanità. Non è venuto solo per questo. Egli dice: “Per questo io sono nato, per rendere testimonianza alla Verità.” Che Cristo sia venuto per salvare il mondo è un’interpretazione parziale della Verità. Che Egli voleva mo­strarci come trasportare le sofferenze – con pazienza e indulgenza – anche questa è una lettura parziale della Verità. Voi dite: “Cristo ci ha dato un buon esempio, portando la sua croce fino al Golgota.” Innanzitutto, Cristo ha portato la sua croce solo fino a un certo pun­to. Da lì in poi Egli l’ha gettata in terra e altri l’hanno presa. Con questo Egli voleva dire alla gente: “Questa croce è per voi, portatela voi! Io non la porto. Voi potete fare con me ciò che volete. Potete picchiarmi, potete crocifiggermi, beffarvi di me, ma io la croce non la porto, cammino eretto!” E così, retto, Cristo ha intrapreso il suo cammino verso il Golgota. La gente contemporanea pone croci ovunque, costruisce croci di ogni tipo: le croci pendo­no dai colli, dalle pareti. È convinta, che questa è una certa benedizione. Questo è dovuto al non comprendere le cose. Non è necessario indossare croci. Noi dobbiamo liberarci dalla croce, cioè dalle sofferenze nella vita. Perché dobbiamo, da soli, metterci addosso le soffe­renze e, dopo tutto, dire che la volontà Divina è questa? Il giudice punisce il delinquente e poi dice: “Questa è la volontà Divina.” L’insegnante caccia via dalla scuola l’allievo disubbi­diente e poi dice: “Questa è la volontà Divina.” Qualche madre dà alla luce un bambino fra­gile e poi dice: “Questa è la volontà Divina.” Qualcuno predica un insegnamento distorto e dice: “Questa è la volontà Divina.” Un poeta scrive un’opera mediocre e dice: “Questa è la volontà Divina.” Di ogni cosa che facciamo, buona o cattiva, diciamo: “Questa è la volontà Divina.” E questo è vero. Dio gioisce ugualmente sia delle cose buone, sia di quelle cattive. Perché è cosi? – Perché Dio è in grado di creare, dall’opera più stupida, una cosa perfetta e meravigliosa, spostandovi solo le parole. La stessa cosa può fare, e la fa, anche la gente odierna. Spostando le parole di alcune cose non buone, vengono fuori delle cose perfette; spostando le parole di alcune cose perfette, vengono fuori delle cose malfatte. Nello stesso modo fanno anche le persone nella loro vita, spostano i loro pensieri e i loro sentimenti e vi creano cose buone e cose non buone.

Le persone oggigiorno hanno i pensieri e i sentimenti contorti, che hanno perso la loro purezza iniziale. Io le osservo spesso, studio come pensano e cosa provano e calcolo fino a che punto si sono allontanate dalla retta via. Vedo un giovane predicatore, appena tornato dal suo viaggio di studio di teologia, che entra nella sua stanza, chiude la porta e le finestre, tira giù le tende e non esce per qualche ora. Alcune persone stanno fuori ad osser­vare, e pensano: “Chissà cosa fa questo predicatore, chiuso così ermeticamente nella sua stanza? Forse qualche ospite segreto e importante è venuto a trovarlo, oppure qualche bel­la giovane è con lui.” Ed è difficile, che almeno ad uno, tra tutti, venga in mente di pensare che questo giovane predicatore all’inizio del suo lavoro, possa pregare Dio. Si possono sup­porre molte cose, ma quale corrisponde al vero? Quello che conta è, perché alla gente inte­ressa cosa fa il giovane nella sua stanza – se ha un ospite, se è venuta a trovarlo una donna o se sta pregando Dio. Come è nato in essa questo interesse di sapere cosa fa il giovane uomo nella sua vita intima? E quale potrà essere il suo profitto di questo interesse? Dice: “Almeno scopriremo cosa fa nella sua stanza.” Quando avranno scoperto cosa fa il giovane nella sua stanza, se è solo o qualcuno è venuto a trovarlo, lo racconteranno in giro, la noti­zia si spargerà e, presto, in molti verranno a conoscerla, come quando si mette un annun­cio per comunicare qualcosa a tutto il mondo.  Chiedo: quale sarà quella cosa preziosa che avrà imparato questa gente dal fatto, che il tale e tale giovane predicatore è stato visitato da un certo tizio, piuttosto che da un altro? Anche gli astronomi d’oggi fanno degli studi simi­li, dicendo, ad esempio, che secondo i loro calcoli, la distanza tra la terra e il sole è di 92 – 93 milioni di miglia. È davvero così? È questa la distanza tra la terra e il sole? – Non è que­sta. Bisogna trovare quel libro Divino, in cui Dio, con una precisione matematica, ha defi­nito quanto dista la terra dal sole o il sole dalla terra.

Ergo, vi dico: quando parliamo della scienza positiva, noi dobbiamo esporre solo quei fatti che sono assolutamente certi. Dobbiamo tenere nella nostra mente solo quei fatti che sono veri, mentre quelli non veri dobbiamo accettare come tali, poiché esistono delle pro­babilità, che possono passare da vere, ma anche da non vere. Infatti, oggi, in molti sbaglia­no, pensando di poter vivere in modi diversi. È vero che noi possiamo vivere dieci volte meglio di come viviamo adesso, ma possiamo vivere anche dieci volte peggio, come grandi peccatori. È possibile sia l’uno e sia l’altro. Che cosa ci guadagno, se mi consolo col pensie­ro, che io non sono il peccatore più grande nel mondo e che ne esistono più grandi di me? – Non ci guadagno niente.

Noi possiamo fornirvi certi esempi, certe conclusioni, che possono dare senso alla vo­stra vita attuale, in relazione a quella passata e a quella futura. Nella vita spirituale esiste sia il passato, sia il presente e sia il futuro, che si svolgono contemporaneamente. Io non mi soffermerò a spiegarvi queste cose, ma vi dico, che esistono molti libri che trattano questi argomenti e che voi potete leggere. Per voi è importante sapere una cosa: che un passato esiste. Esso non è un passato, ma si svolge ora, insieme a voi, come se vi spalleggiasse – il dorso della vostra vita attuale. Il futuro è dinanzi a voi, mentre il presente è ciò su cui state ora costruendo la vostra vita. Agli alberi succede proprio questo: essi vivono nel presente. Chiedo: perché la prima donna in paradiso si è dovuta fermare davanti ad un albero e farsi tentare dal serpente? Perché non si è fermata davanti ad una roccia o ad una sorgente, e farsi tentare lì dal diavolo? Oppure, perché non era in una casa, mentre veniva sottoposta a questa prova? In più, dicono che questo albero si chiamava “l’albero della conoscenza del bene e del male”. In senso occulto, con la parola “albero” si intende un’intera epoca, un’intera cultura, che precedeva la cultura del serpente. Quindi, tutte le piante di quei tem­pi aspiravano a diventare resistenti, robuste, a terminare la loro evoluzione. Il serpente, in­vece, rappresentava un’altra cultura – la cultura dei desideri umani, simile a quella degli animali.

Così, la cultura delle piante ha creato l’altezza dell’uomo. Le piante gli hanno insegna­to come camminare insù e ingiù. La cultura dei pesci ha creato le braccia e il petto dell’uomo. I pesci gli hanno insegnato ad espandersi. Essi si muovono nella direzione esat­tamente opposta di quella in cui si muovono gli uomini. Ciò che ha fatto per l’uomo la cul­tura delle piante, insegnandogli a cercare il centro del sole e il centro della terra, era l’esat­to contrario di ciò che gli ha insegnato la cultura dei pesci. Come ambiente in cui vivere, i pesci hanno scelto l’acqua e hanno creato la testa e la coda per spostarsi in due direzioni. Essi hanno creato nei mammiferi la testa e questo è già il risultato di una cultura. La cultu­ra antica ha creato i lineamenti, il volto dell’uomo, secondo com’è detto nella Genesi: “E Dio ha creato l’uomo a immagine e somiglianza Divina.” E poi, la cultura odierna ha creato la mente dell’uomo. Tutta la cultura occidentale, nella sua parte meccanizzata e tecnicizza­ta, sta oggi nella mente dell’uomo, nella sua fronte. Ecco perché, tutte le creazioni umane odierne sono limitate. È difficile che qualcosa di questa cultura rimanga per il futuro. Sono passati i tempi di quella altissima conoscenza degli egiziani! La cultura di adesso si esprime nella formazione del corpo umano. Gli studiosi contemporanei affermano, che nell’organi­smo umano sono presenti tutte le culture del passato, e quando inizierà il risveglio della co­scienza umana, atavicamente, l’uomo le attraverserà tutte. Attraverserà la cultura dei minerali, delle piante, dei pesci, degli uccelli, dei mammiferi e infine degli umani, cosicché, in lui spiccheranno tutte le sue esistenze contraddittorie del passato, provocandogli un vero caos. Nella Sacra Scrittura è detto: “Per ogni delitto Dio dà a ognuno fino alla quarta e alla decima generazione, per ogni opera buona Dio dà la sua benedizione per migliaia di generazioni.”

Cristo ha portato nel mondo la scienza dell’anima, cioè – il modo in cui le persone possono avvicinarsi a Dio e conoscerlo. L’uomo possiede la qualità di limitarsi, che lo rende simile a Dio. Per conoscere Dio, devi necessariamente limitarti. Dunque, Dio, limitandosi, ha creato l’uomo. Laddove vi sono limitazioni, vi sono sempre anche le sofferenze. Così, con la creazione dell’uomo, nel cosmo si sono venute a creare anche le sofferenze. Qualcu­no dice: “Io voglio essere libero.” Non potete essere più liberi di Dio. Dio, che era completa­mente li­bero, ha creato l’uomo, condizionandosi. Allora, come potete, voi, essere più liberi di Dio? Direste: “Perché Dio si è condizionato?” – Su questo non vi dirò niente. Il fatto che Dio si sia posto dei limiti, è cosa buona. Quando Dio si limita, egli crea il bene nella vita. Da questo punto di vista, tra Dio e noi esiste una certa analogia, ma nel senso opposto.  Signi­fica: quando Dio si limita, nasce il bene; quando l’uomo si limita, nasce il male, mentre, quando si libera dai condizionamenti, nasce il bene. Per questo motivo, appunto, tutte le persone cercano la libertà. La libertà racchiude l’illimitatezza, cioè l’anelito verso la vita Di­vina. Le persone devono limitarsi davanti a Dio. Se questo argomento si analizza dal punto di vista materiale, non lo si può spiegare.

Vi citerò ora un fatto, che spesso accade nella vita. Nella coscienza umana possiamo distinguere un’area di vita inconscia, che rappresenta l’immensità dell’uomo. Essa è la par­te Divina nella vita. L’inconscio non ubbidisce ai nostri desideri, alla nostra volontà, ma a esso noi dobbiamo ubbidire. Chi vuole diventare buono, deve mandare questo pensiero nel suo inconscio e lasciarlo lì, senza stuzzicarlo. Il principio Divino in lui farà realizzare il suo desiderio, senza nessuna difficoltà e, un giorno, egli si accorgerà, che è diventato più buono di come era prima. Vi darò un altro esempio per la manifestazione della vita inconscia nell’uomo. Avete un amico del cuore, un giorno l’incontrate per strada e pensate: “Adesso fermerò il mio amico, lo saluterò con garbo, parleremo un po’ e anche lui mi risponderà nella stessa maniera.” Cosa succede in realtà? Al vostro amico arriva il vostro pensiero, ma il suo inconscio, che non esegue affatto la volontà altrui, esercita immediatamente l’effetto contrario sul pensiero ricevuto e fa sì, che l’amico vi giri le spalle e vada per un’altra strada. Voi non capite perché succede questo. Il motivo si nasconde nel fatto, che il vostro amico ha un solo padrone a cui ubbidisce e a nessun altro, all’esterno, che cerca di indurgli qual­siasi pensiero. Molte persone hanno paura delle suggestioni e dicono: “Non vogliamo esse­re influenzate da altre persone.” In effetti, hanno ragione. Vi sono suggestioni da cui biso­gna proteggersi, ma non tutte le suggestioni sono cattive. Le influenze nel mondo sono cosa buona e inevitabile. Perché? – Quale sarebbe stata la nostra condizione, se il sole non avesse influenza su di noi? Quale sarebbe stata la nostra condizione, se gli angeli non aves­sero influenza su di noi? Che cosa ne sarebbe stato di noi, se le persone buone non influis­sero su di noi? Se il male non può convivere con il bene, perché Dio, che possiede la somma saggezza, ha permesso la sua esistenza? Il male nel mondo è una cosa inevitabile. Il nostro male è un bene per gli altri, mentre il bene è un male per gli altri. Cos’è il bene e cos’è il male, è relativo. Essi sono delle potenze in natura, che devono essere utilizzate con intelli­genza. Noi dobbiamo evitare il male, ma non contrastarlo, non combatterlo. Il ladro, che si fa tentare dai soldi del ricco, non può forse vincere questa tentazione? – Può farlo. L’uomo, che si fa tentare da una donna, non può  dominare questa tentazione? – Può farlo. L’errore è, che la gente pensa, che può guadagnare qualcosa da queste tentazioni. No, le tentazioni non apportano all’uomo nessun profitto. Tuo è solo ciò che Dio ti ha dato. Tu non puoi prendere neanche un atomo dagli altri, come loro non possono prendere niente da te. Ciò che non è tuo, non sarà mai tuo. In ogni condizione della vita, a ognuno resta il suo. Qual­cuno dice: “Sono senza cervello.” – Come sei senza cervello? Lo guardo, la testa ce l’ha. Se ha la testa, ha anche il cervello, che, però, non ha allenato. Costui sta seduto dei giorni inte­ri senza pensare a niente, cioè senza pensare a niente d’importante. Sa bene cosa ha detto Shakespeare, cosa ha detto Kant, cita dei pensieri di questi studiosi, ma io dico: “Tutte que­ste persone hanno lavorato, hanno creato qualcosa che è rimasto dopo la loro morte. E tu, cosa hai fatto? Cosa lascerai tu, dopo la tua morte?” Egli risponde: “Che Dio abbia pietà di me, il peccatore!” No, per i peccatori è prevista la morsa, che li stringa. Quando essi arriva­no alla morsa, chiedono: “Perché ci stanno stringendo?” È naturale che vi stringano. Quan­do il terapeuta viene a farvi il massaggio, perché urlate? Quando vi massaggia sulla schiena con le sue dita, lui vi trasmette parte della sua energia, che a voi manca. La gente odierna soffre – o di mancanza di energia o di eccesso di energia. Molte persone sono cariche a vo­lontà di elettricità, ma non possono utilizzarla, perché sono prive di magnetismo. L’elettri­cismo non si può utilizzare correttamente in assenza di magnetismo. Che cosa si osserva nelle persone che possiedono una carica elettrica eccessiva? I loro capelli puntano in alto, si drizzano. Nel loro organismo si evince la mancanza d’acqua, la quale svolge il ruolo dell’elemento morbido. Chi ha l’organismo sovraccarico di elettricità, comincia a diventare brusco, sfodera il coltello con tutti, pretende che gli ubbidiscano. No, così non si può vive­re. Questo coltello va rimesso nella sua fodera, altrimenti si romperà. Chi, invece, ha poca elettricità nell’organismo, si esprime in modo più garbato. Ha i capelli morbidi, ben ade­renti alla testa.

Il ceramista, che conosce bene la legge per l’equilibrio delle forze, ha unito l’elettricità al magnetismo e in questo modo costruisce i suoi cocci. Se egli usasse più elettricità, la for­ma si polverizzerebbe, se impiegasse più magnetismo, essa diventerebbe fangosa. Facendo­li, invece, operare insieme, tra le particelle della materia con cui egli lavora, si attiva quella forza adesiva, che unisce e compatta il materiale, permettendo all’artigiano di formare i suoi cocci. Poi, quando li inforna, egli cuoce bene solo quelle forme in cui sono presenti en­trambi: elettricismo e magnetismo. Nell’identica maniera, anche l’uomo deve considerare nella sua coscienza questo rapporto reciproco tra elettricismo e magnetismo. Se l’elettrici­smo è correlato alla mente e il magnetismo al cuore, tra la mente e il cuore ci sarà la con­nessione corretta. Quindi, se lavorate con la mente, la caricherete di elettricismo e se lavo­rate con il cuore, vi immetterete il magnetismo. Non potete apportare nessun cenno di cul­tura nel vostro cuore, se non vi immettete il magnetismo e non potete apportare nessun cenno di cultura nella vostra mente, se non vi immettete l’elettricismo. L’elettrisismo e il magnetismo sono forze vive, che esistono parallelamente anche nel subconscio. Non parlo delle forze meccaniche. Il magnetismo è una forza che fuoriesce da Dio. E quando parliamo di Amore verso Dio, si intuisce che comprendiamo questa legge Divina. L’elettricismo, al­trettanto, fuoriesce da Dio. Così, discendendo da Dio, il magnetismo entra nel cuore e l’elettricismo nella mente dell’uomo e, grazie a queste due forze, egli può rimuovere ogni ostacolo che incontra nel suo cammino. Solo in questo modo l’uomo può operare con Dio.

Esaminando la questione della coscienza del sé nell’uomo, troviamo che spesso essa diventa un freno, un ostacolo per lui nella vita. Credersi grande e capace di fare tutto, vuol dire ostacolarsi. Ad esempio, un bambino incontra per strada un suo compagnetto più pic­colo e lo prende a botte. Un’altra volta ne incontra un altro e attacca anche lui. Poi, ne in­contra un altro e poi un altro ancora e colpisce anche loro. Nella sua coscienza viene elabo­rato il pensiero che esso è capace di fare tante cose. Succede, però, che un altro bambino, più forte di lui, lo incontra per strada, lo prende, gliele dà, lo sbatte per terra e se ne va. Così, il bambino si rende conto che c’è chi è più forte di lui, cioè che esiste la coscienza più elevata della sua. Anche lo studioso, esattamente come il bambino, dice: “Sono capace di questo, sono capace di quest’altro, sono capace di tutto.” Eppure, ad un certo punto, si ren­de conto che non riesce a fare tutto. Qualcuno va a tenere un discorso ad una riunione. Si sen­te sicuro, forte e pieno di conoscenze, e pensa: “Adesso, quando aprirò la bocca, andrò a meraviglia!” Accade, però, che non riesce ad aprire bocca e torna a casa sua come una pa­pera spennata, dicendo: “Che cosa è successo che non sono riuscito a spiccicare neanche una parola?” – I motivi sono molti. O tu non sei riuscito a parlare, o è capitato brutto tem­po e la gente non è potuta venire. Entri nella sala e la trovi vuota, non c’è nessuno. È così – quando vogliamo imporre la nostra volontà, ossia dominare il subconscio Divino con la no­stra coscienza, in noi nascerà sempre un disaccordo, una contraddizione. Perciò, la prima e la più importante legge da instaurare nell’anima dell’uomo, è l’Amore verso Dio. Solo dopo egli potrà considerare la sua propria volontà. Al primo posto – il grande nella vita e poi – il piccolo. Prima Dio e poi tu! La posizione più sicura da assumere per l’allievo nella sua vita spirituale è quella di occupare sempre l’ultimo posto. Ecco perché, nella vita materiale, l’allievo deve sempre occupare l’ultimo posto. Cristo ha detto: “Il figlio dell’uomo non è ve­nuto per essere servito, ma per servire Egli stesso.” Uno solo può aggiudicarci il primo po­sto nel mondo. Solo Dio, il più assennato e il più saggio al mondo, può assegnarci il primo posto. Se noi vogliamo prendere i primi posti, essere i primi, diventare forti e ricchi nel mondo – abbiamo intrapreso la direzione sbagliata nella nostra vita. Se, tra tutte le perso­ne, ognuno aspira al primo posto nel mondo, si creerà una grande competizione. Sotto que­sto aspetto, in tutto il mondo d’oggi c’è una gara per primeggiare: La Francia vuole es­sere grande, l’Inghilterra vuole essere grande, la Germania vuole essere grande, persino la piccola Bulgaria vuole essere grande. Non pochi progetti ha fatto la Bulgaria, ma nessuno è riuscito. Direte: “È il suo destino.” – “No, non è questo il suo destino. Alla Bulgaria non è assegnato di essere grande secondo il senso in cui ciò viene oggi compreso dai paesi. Io ho letto il libro Divino, in cui c’è scritto che la Bulgaria sarà un paese piccolo. Alla Bulgaria non è permesso di utilizzare le armi! Se vuole elevarsi, essa deve servire Dio, e allora le sarà assegnato un posto nobile. Se non vorrà servire Dio, sarà calpestata da tutti.

E dopo tutto questo, verranno scrittori e poeti a lodarla e piangerla: “Bulgaria, cara madre nostra!” Quali tra questi poeti odierni, che si sono occupati di elogiarla, si sono sparsi in mezzo al popolo per insegnargli cosa fare? Tutti si rivolgono ai giovani accultura­ti, cercano solo loro, in loro ripongono le proprie speranze. Dove sono questi giovani accul­turati? Io chiamo “giovani acculturati” tutte le persone nate con gli ideali. Chi gli ideali li acquisisce più tardi e si mette a seguirli, assomiglia a un cammello carico, o a un asino cari­co, che non fa che trasportare il suo peso da un posto all’altro, cosicché a lui non rimane  niente. Idee simili ci sono ovunque. Giovani così ci sono in Inghilterra, in Francia, in Ger­mania, in America, ma nessuno ha bisogno di loro. Oggi è necessaria una gioventù nata con gli ideali. Direte: “Noi guideremo la gioventù.” – Non c’è bisogno che la guidiate. Questa gioventù ha solo bisogno di un poco d’acqua. Voi la innaffierete con l’acqua, come fareste con un piccolo albero, ed essa prenderà la sua strada. Dite: “Noi, anziani, educheremo la gioventù.” Non ce n’è bisogno. Dacché il mondo esiste, viene sempre educato, eppure, di­venta sempre peggio. Quanto più cerchiamo di educare la gioventù, tanto più complichia­mo le cose.

Uno studioso tedesco dice che la cultura odierna sta già tramontando. È vero, questa cultura sta morendo di giorno in giorno. Com’è la cultura dei nostri giorni? Leggete nei giornali che un tale numero di persone sono cadute da un aereo e sono morte, un tale nu­mero di persone sono state uccise nelle guerre, un tale numero di navi sono scomparse sot­to le acque dei mari e degli oceani, un tale numero di case sono bruciate e così via. E dopo tutto questo, dicono che c’è un progresso. Se studiamo con attenzione i dati statistici, po­tremo trovarvi una certa previsione degli eventi o delle disgrazie, che devono accadere. Se­condo alcuni dati si calcola, ad esempio, che quest’anno bruceranno un certo numero di case. E, in effetti, succede così. Quelli che constatano il fatto, dicono: “È una legge natura­le.” No, invece, questo non è il risultato di una sensata legge naturale. Le navi che annega­no, le case che bruciano, i casi mortali tra le persone – tutto questo è dovuto ai crimini umani, alla vita scorretta e irragionevole dell’uomo. Nella cultura futura, nella cultura della sesta razza, le persone non moriranno come adesso, senza la loro volontà, ma dipartiranno quando loro stessi lo vorranno. Le persone verranno, allora, come degli estranei, come de­gli stranieri sulla terra, vivranno per quaranta, cinquanta o più anni e quando avranno de­ciso di andarsene, chiameranno i loro amici e gli diranno: “Ho vissuto a volontà sulla terra, ora diparto per la mia patria. Non dovete chiamare preti per servire liturgie, né sotterrarmi e né, tanto meno, portarmi al cimitero. Io diventerò invisibile, come Cristo, e mi innalzerò in alto, verso la dimora per me preparata.” Voi direte: “Questo lo può fare solo Cristo.” No, questo può accadere ad ogni persona che ha raggiunto l’immortalità, che vive seguendo gli ideali eterni del creato. Dicono di qualcuno: “Questo uomo è un evangelista.” Chiedo: “Da quanto tempo è evangelista?” – “Da poco.” Dicono di un altro: “Questo, invece, è un bravo ortodosso.” – “Da quando è ortodosso?” – “Da poco tempo.” Vi dico: ogni persona, che non ha in sé un determinato credo fin dalla nascita ma l’ha acquisito successivamente, è un ignorante. A ognuno è richiesta una fede positiva, immutabile, che possegga le qualità dell’elevata anima umana, la quale non nasce, non muore, ma vive in eterno. In molti dico­no che la vita si distrugge e svanisce. Questa è solo una frase scritta. La vita non si può di­struggere e nemmeno far sparire, ma in essa nascono le tristezze e le gioie.

Dunque, tutti devono lavorare nel proprio subconscio, sapendo che, ogni buono o cat­tivo pensiero, indirizzato al subconscio con una forte intenzione e un desiderio interiore, sicuramente si realizzerà. Con una premessa, però: non desiderate mai più di quanto vi sia necessario! Se vivete così, la cultura futura porterà dei doni a tutti. Non pensate che i beni nel mondo siano destinati solo a qualcuno! L’affabilità è l’espressione dell’onestà. L’uomo deve essere affabile non solo con i suoi simili, ma anche con tutti gli altri esseri, senza ecce­zione; egli deve essere gentile con gli animali, con le piante e con tutte le altre creature a lui sottostanti. Questo è il principio dell’immortalità.

Immaginate che questa cultura sia già arrivata. Quale sarebbe la nostra condizione? Come saremmo? Dico a uno: se la nuova cultura fosse arrivata sulla terra,  saresti andato a bussare di porta in porta a chiedere questo o quest’altro? Non ci saresti andato; saresti sta­to una delle persone immortali; in ogni momento avresti potuto vedere cosa stessero facen­do gli altri e non saresti stato preda di inganni. Qualcuno dice: “Ho sentito dire questo su una certa questione.” Chiedo: è vero, è credibile quello che hai sentito? Finché la gente cre­derà a tutto ciò che sente, sarà sempre ignorante. Alcuni dicono: “Kant ha scritto il libro sulla mente pura. Cos’è questa scienza della mente pura? Io chiamo scienza della mente pura quella scienza, secondo la quale l’uomo si muove senza nessuna esitazione nel cuore e comunica con gli esseri del mondo invisibile. Quale scienza migliore di quella in cui un an­gelo viene da te e si mette a parlarti del cielo, del sole, di tutte le stelle e, dopo tutto questo, tu sai di conoscere una grande Verità. Gli studiosi odierni dicono, che la distanza tra la ter­ra e il sole è di circa 92-93 milioni di miglia. Voi dite: “Ergo, la distanza è o di 92 o di 93 milioni di miglia – non si sa con precisione, ma la differenza tra il 92 e il 93 è piccolissima. – Come!? È piccola una differenza di un milione di miglia? Che cosa succederà con me se, contando su questi dati, parto con un treno verso il sole e percorro 92 milioni di miglia? Il treno mi lascerà nello spazio, senza essere arrivato a destinazione? Come deve essere la matematica su cui posso basarmi? Qualcuno dice: “Sono vicino all’ora in cui raddrizzerò la mia vita.” – Quanto sei vicino? Per raddrizzare la tua vita, ti mancano ancora un milione di miglia. Tra il sole e la terra c’è una distanza che ricopre sette intere fasce fisiche. Arriverà un tempo, quando il nostro sole si manifesterà solo attraverso la sua manta fisica e diven­terà rosso. Secondo lo stesso principio, esistono anche delle stelle rosse, arancioni, azzurre, ecc. Questo dimostra, oltre al livello della loro evoluzione, anche il livello della nostra cul­tura. Se l’uomo sviluppa il suo corpo spirituale, egli inizierà a vedere le stelle così brillanti come il sole, e vi entrerà in contatto. Spesso ho detto che l’uomo può conversare non con il sole materiale, ma con quello spirituale. La luce solare, che vedete dalla terra, è fisica, ma il sole ha anche una luce spirituale, che non getta nessuna ombra. Questa luce è morbida, e quando penetra nel cuore umano, nella mente umana e nell’anima umana, nell’uomo si in­staura un gran silenzio interiore. Mettiamo che qualcuno sia preso dalla disperazione e vo­glia suicidarsi. Prende la sua rivoltella e va fuori, nel bosco. Allora, questa luce morbida pe­netra profondamente nella sua anima, apportando all’istante dentro di lui la pace e il silen­zio, ed egli sente una voce che gli dice piano: “Non aver paura, tutto andrà bene!” Non pas­sa molto tempo e si accorge che, in questa armonia incrinata, qualcosa di bello sta nascen­do. E iniziano allora ad alternarsi i suoi amici a parlargli e ad incoraggiarlo, finché la sua vita non prende la giusta direzione. Quindi, Dio ha la potenza di cambiare la vita di ognu­no.

Vi dico, dunque: se quelli che camminano nella via Divina vogliono acquisire la nuova vita – la vita dell’immortalità – devono utilizzare i nuovi metodi nella loro vita. Direte: “Per noi, adesso, l’importante è di sopravvivere in qualche modo, è inutile pensare all’immorta­lità. Siamo deboli, essa è irraggiungibile per noi.” – Il fatto che siate deboli non è una scu­sante. Lavorate per diventare più forti! – “Ma, io sono una persona scorbutica.” –  Tu puoi constatarlo, ma ciò non ti giustifica. Devi rivolgerti a Dio, con la preghiera che Egli possa apportare più magnetismo al tuo cuore, più elettricismo nella tua mente, e allora, quell’anziano e provato ceramista, che vive nella tua coscienza, amplierà le sue vecchie for­me e vi creerà qualcosa di nuovo. Perché tu riesca in questo, emana ogni mattina e ogni sera verso tutte le persone, parte di quel bene che è seminato nella tua anima! In una frase viene detto: “Laddove la Saggezza domina, l’ordine non si scompiglia; laddove la Verità splende, il frutto sboccia e matura.” E allora, una volta in noi la Verità, nelle nostre anime si rivelerà l’Amore supremo. L’Amore supremo, l’Amore ideale, consiste nell’Amore verso tutti, senza che essi sospettino quale sia la fonte che lo sprigiona.

La seconda espressione dell’Amore supremo sta in questo: riuscire ad amare gli altri anche quando ti odiano e ti augurano il male; servirli tutto il giorno, a loro insaputa. Que­sto intende Cristo con le parole “servire Dio”. Cioè, noi dobbiamo diventare sconosciuti nel bene, così come siamo sconosciuti anche nel male. Comunque, sappiate che, se volete esse­re conosciuti nel bene, sarete conosciuti anche nel male. Questo si vede ovunque. Quando qualcuno diventa famoso per qualche buona azione, non trascorrerà neanche un anno ed egli avrà davanti a sé un’altra pagina – sarà diventato famoso anche per una cattiva azione. Perciò, appunto, Cristo dice: “Non cercate la gloria dagli uomini, ma cercatela da Dio!” In questo mondo noi siamo dei passeggeri, dei turisti, arriviamo e passiamo oltre, portiamo i semini della nuova cultura. Quando questo mondo sarà migliore, quando in esso verrà in­staurato il completo ordine, l’Amore Divino e la gloria Divina verranno incoronati e pren­deranno i propri posti. Con gloria Divina non intendo qualcosa di irreale. Al contrario, la cosa più reale al mondo è quella di vedere la gloria Divina ovunque e di vivere solo per essa. La vecchia cultura sta esaurendo il suo tempo. La cultura futura è per gli uomini con­sapevoli e buoni. “Beati i clementi, poiché di essi sarà il Regno Divino” – è detto nelle Scrit­ture. La terra vecchia si vestirà di un nuovo abito ricco e bello, e le persone vivranno nella Verità, fioriranno e matureranno, tra loro ci sarà l’Amore. Il Regno Divino non si ricostrui­rà sulla terra vecchia, ma nel nuovo cielo e nella nuova terra. Il nuovo cielo e la nuova terra sono le nostre anime, in esse sarà ricostruito il Regno Divino.

A tutta la gente odierna è richiesta adesso una fede salda e positiva, e non effimere credenze. Voi potreste dire: “È vero tutto quello che dite?” – Controllate! Credete che tutto quello che viene provato, sia vero? Credete che tutti i fatti che vengono presentati su qual­che argomento, costituiscano la Verità? Ogni cosa è vera fino al punto in cui ognuno  può rappresentare un libro aperto da sfogliare e consultare all’occorrenza.

Vi farò adesso due esempi per chiarire il mio pensiero. Cosa deve fare lo scultore con la più bella pietra, se vuole forgiarvi una statua perfetta? La pietra ha in sé la forma che lo scultore vuole darle? – Non ce l’ha. Quindi, l’artista deve prendere il martello e iniziare da solo a modellare la statua. Supponete che, in questa pietra di marmo viva una coscienza come la nostra. Cosa farà allora? – Comincerà a piangere, a urlare e a dire: “Per quanto an­cora dureranno queste sofferenze?” – Fino a che lo scultore non avrà scolpito la statua. Lui continua il suo lavoro, mentre il marmo piange, grida. Finalmente, lo scultore termina la sua statua, l’allontana da sé, la guarda, guarda anche le sue lacrime, sorride e dice: “È giun­ta la fine anche per le lacrime.” Poi, prende il suo fazzoletto, le asciuga le lacrime e le dice: “Non piangere più! Da questo momento, chiunque ti passerà vicino, ti guarderà e vedrà che in te vive l’ordine assoluto.” E, in vero, chiunque passi vicino a questa statua, afferma: “C’è un’idea, una profondità in questa figura. È perfetta!” La statua ascolta tutto questo ed è contenta che non ci siano più il martello e le sofferenze. Tuttavia, finché la gente imparerà a vivere rettamente, molti martelli dovranno “battere” sulla sua schiena. Questa è una leg­ge inevitabile.

Il secondo esempio.  Avete un pezzo di tela bianca. Il grande pittore prende il pennel­lo e i suoi colori e inizia a imbrattare la tela senza alcun criterio. Gli passa vicino qualche ignorante, vede quello che fa e pensa: “Guarda un po’ cosa combina questo! Io lo credevo un grande pittore e lui, cosa fa? Chiazza e basta!” Il secondo giorno il pittore riprende il pennello e i colori e ricomincia a spargerli sulla tela. Il terzo, il quarto giorno fa lo stesso, ma un giorno, guardi la tela e noti, che qualcosa lì ha iniziato a prendere forma. Più il pitto­re lavora, più l’immagine diventa nitida, finché, sulla tela appare un bel disegno, svol­to alla perfezione. Chiunque gli passi vicino, dice: “Un dipinto magnifico!” Il pittore dice: “Lo ve­dete cosa può venir fuori da quell’imbrattare della tela?” – Certo, ma se la tela non veniva prima imbrattata, poteva adesso avere questo prezzo? Poteva adesso avere questo valore? – No, la tela ha acquisito il suo valore solo dopo che era stata imbrattata.

Nella stessa maniera, anche da voi può venire un angelo e sporcarvi con il suo pennel­lo e i suoi colori. Voi dite: “Ho peccato!” Il giorno seguente torna lo stesso angelo e vi spor­ca di nuovo con il pennello. Voi dite: “Ho peccato troppo!” Il terzo giorno viene ancora e il tutto si ripete. Voi dite: “Adesso sono finito!” – No, tu, adesso, sei migliore rispetto a come eri prima. Lui sporca, tu piangi, lui sporca, tu piangi, finché, alla fine, viene fuori qualcosa di bello. Alcuni dicono: “Quella sorella sta piangendo, morirà per la grande sofferenza.” – No, l’angelo la sta sporcando, ne tirerà fuori qualcosa di bello. Finché l’angelo la sporca, essa non impazzirà, non morirà per la sofferenza. Molti chiedono: “Perché le persone pian­gono?” – Il pianto è un segno di vita. Solo le persone vive piangono. La vita si esprime con il pianto. Piangete, finché siete vivi, finché avete la vita dentro! È impossibile e spaventoso che un uomo morto possa piangere. Anche l’Amore, quando ama qualcuno, piange – i suoi occhi si riempiono di lacrime. Il vero pianto è, quando le lacrime arrivano a riempire gli oc­chi e poi si ritraggono in profondità. Non è un pianto vero  quando le lacrime fuoriescono dagli occhi e si spargono per terra. Io vorrei vedere gli occhi di tutti umidi di lacrime. Que­sto è un segno della nobiltà dell’anima umana.

E così, se il martello dello scultore e il pennello del pittore lavorano su di noi, questo è un grande privilegio per noi, in virtù del quale dobbiamo imparare la pazienza. Questa è una delle grandi lezioni che Dio ci dà. Noi ci stiamo preparando per la nuova cultura che arriva nel  mondo. Davanti a noi c’è un grande futuro. Gli uomini d’oggi non hanno ancora vissuto come si deve. Solo adesso iniziano a vivere correttamente.

Ora, quando tornate nelle vostre case, trasmettete al vostro inconscio la vostra inten­zione e il vostro desiderio di vivere bene. Affermate: “Signore, io voglio vivere una vita buo­na e giusta!” Una volta espresso questo pensiero, dimenticatelo! Qualcuno dice: “Perché dobbiamo pregare Dio?” – Se uno non prega, cos’altro deve fare? Se noi consideriamo la preghiera qualcosa di ridicolo, il mangiare è ancora più ridicolo. Se noi consideriamo la preghiera qualcosa di ridicolo, il dormire è ancora più ridicolo. Se noi consideriamo la pre­ghiera qualcosa di ridicolo, leggere libri è ancora più ridicolo. Qualcuno apre il libro e lo chiude. Gli chiedo: cosa leggi? – Un libro. Se voi leggete un libro importante, e, dieci volte al giorno, con un fazzoletto, cancellate ciò che vi è scritto, cosa ne rimarrà fra dieci anni? Lo scritto sarà leggibile? Se perdiamo lo scritto sul libro, cosa avremo acquisito? Guardate­vi dal dire, dopo che avete aperto il libro: “La vita che Dio mi ha dato, non è bella.” Se dite questo, voi perdete la vostra vita. Alcuni fanno così, dicendo: “Il Signore non mi ha dato ricchezze, non mi ha dato conoscenze.” – Quali ricchezze chiedi? La vita che hai è la ric­chezza più grande. Sii grato di essere povero! Ti sentirai bene se hai grandi averi e ti trovi nella situazione dell’asino carico? Dico: la povertà è la ricchezza più grande, il bene più grande al mondo. Quale povertà? Io parlo di quella povertà, con la quale uno attende, asse­tato e con venerazione, l’arrivo del grande nel mondo. In questo sta la mitezza dell’uomo. Nessuno ha il diritto di cancellare le cose belle!

Dico: in ogni anima vi sono condizioni buone e ricche per il futuro. Nella tua più grande sfortuna, nella tua più grande sventura, ringrazia Dio per tutto questo, e dì: “Io pro­verò a Dio che ho l’amore per Lui.” Se non potete sopportare le vostre sofferenze, come mostrerete la vostra giovinezza? Io chiamo “gente giovane” quelli che, con grande coraggio, riescono a fronteggiare le sofferenze più grandi. Dovete essere degli eroi! Soltanto in que­sto modo ringiovanirete. Quando giunge a voi qualche sofferenza, mettetela in spalla, por­tatela per un po’, poi, poggiatela giù in terra, davanti a voi, offritele qualcosa, scambiate qualche parola, ed essa vi lascerà. La sofferenza teme l’anziano. Essa ha bisogno di un gio­vane che la porti in spalla, perché possa conversare con lui e spiegargli il senso del soffrire. Voi dite: “È facile parlare delle sofferenze, ma è difficile portarne il peso.” – Il mondo vuole degli eroi! Esso cerca persone giovani, forti, con la mente che contenga tutte le menti, e con il cuore che contenga tutti i cuori. Il nostro bene è tale per tutti e il bene di tutti è tale an­che per noi. Perciò, ognuno di noi deve dire: “Per questo io sono nato.” – Perché? – Per vi­vere nell’immortalità. “Per questo io sono nato.” – Perché? – Per vivere nell’ordine assolu­to.  “Per questo io sono nato.” – Perché? – Per vivere, sbocciare e dare frutti.

“Per questo io sono nato.” – Perché? – Per rendere testimonianza alla Verità e per di­mostrare che ciò che Dio ha creato, non si distrugge. Il sole non si distrugge. Periscono solo le cose che l’uomo ha creato. Se le cose in natura periscono, vuol dire che non sono state fatte da Dio, ma da altri esseri. Nel mondo operano molti esseri. Le nostre case, ad esem­pio, che sono da noi fatte, svaniscono. Molti dei nostri pensieri e desideri, ugualmente, sva­niscono, mentre, il Divino in noi resta per l’eternità.

Cristo dice: “Per questo io sono nato, per rendere testimonianza alla Verità.” Nella stessa maniera, ognuno di noi può dire perché è nato nel mondo.


Conferenza del Maestro, tenuta il 10 ottobre del 1926 a Sofia

 


Traduzione dal bulgaro: Irena Yordanova

Redazione: Katia Giannotta

38. Voce nel deserto


Voce di Uno che grida nel deserto: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»” (Matteo 3, 3).


Se si pone la domanda: che cos’è l’uomo, qual è la sua natura e da cosa lo si contraddistingue  – come si può rispondere? È facile porre domande, ma è difficile rispondere. Quali sono le qualità essenziali della luce e del calore? Qual è l’essenziale nella natura? Allargando le sue conoscenze, l’uomo odierno ha perso dalla sua profondità, cioè ha accumulato dei detriti, che hanno provocato un innalzamento del fondo della sua anima, così come si sta innalzando adesso il fondale dell’Atlantico.

“Voce nel deserto.” La voce, nell’uomo, è una parte esteriore, attraverso la quale egli esprime il suo verbo, cioè la sua parola cognitiva. Oltre alla voce, egli usa anche i movimenti, come simboli fondamentali per l’espressione di ciò che giace nel suo profondo. In questo senso, sia la sua voce e sia i suoi movimenti, devono diventare consapevoli, poiché non sempre essi sono dettati dalla ragione. Ogni voce priva di un’intelligenza noi chiamiamo rumore. E ogni movimento, che è privo di morbidezza e di armonia intrinseca, fa nascere nell’immaginazione forme distorte. Se tornaste indietro di migliaia di anni, quando veniva creato il verbo, vedreste come l’uomo stava imparando a parlare, come un bambino piccolo. Chi gli stava insegnando? Molti oggi diranno che l’uomo è nato con la capacità di parlare. Per loro è un assioma e non si soffermano a rifletterci. È un assioma come l’equivalenza 2×2=4. Dico: non è sufficiente sapere che 2×2=4, ma lo si deve anche provare. Che influenza ha questa equivalenza nella vita umana? Fuori della vita umana essa non ha un significato. L’uno è positivo, il due negativo. Quindi, se moltiplicate due numeri negativi (2×2), otterrete un numero positivo – il 4.

“Voce nel deserto.” Ergo, per raggiungere un effetto, la voce deve diventare una manifestazione interiore motivata. Perciò si dice: “Poiché l’uomo è un essere pensante, la vita deve essere assennata.” È vero che l’uomo è un essere pensante, però, ai primordi, egli non ha esordito con il pensiero. Tanti dissentiranno su questa affermazione così: “Se un uomo emette la voce, vuol dire che pensa.” Chiedo: Quale credete sia la ragione per cui il bambino piccolo tira fuori la sua voce? È per caso un grande filosofo o un oratore? – No, il bambino vocia o perché ha un bisogno, o perché gli è stato provocato un dolore. La sua è una voce nel deserto. Credete che il profeta, che viene nel mondo per predicare alla gente, lo faccia con un grande piacere? Egli vuole parlare, è per questo che viene tra la gente, per conversarci un po’. Pensate che la sorgente che sbuca sulla superficie della terra ne provi un grosso piacere? – No, è una pressione, una  forte spinta interiore che la fa fuoriuscire. Pensate che il fiume che scorre in giù per la pianura e fa rumore lo faccia consciamente o guidato da qualche capriccio? Esso ha bisogno di raggiungere il mare, è una forza interiore che lo spinge a fare questo.

Allo stesso modo, tutte le persone, che non ragionano profondamente, spesso si soffermano sullo stesso pensiero, vi girano attorno, insistono, finché non cadono nella sua trappola e ne rimangono vittime a lungo. In questo caso, somigliano al topo, che viene attirato dal pezzettino di carne nella trappola, gira attorno, riflette, finché non finisce dentro, e da lì o si salva, se la fortuna gli sorride, oppure, come capita il più delle volte, finisce nelle unghie del gatto. Perché ha questa sfortuna? – Perché è entrato senza permesso. Quando un topo entra in una casa senza il permesso dei padroni e vi crea la propria tana, questi gli preparano una bella trappola moderna. Lui, agitato, entra ed esce dalla sua tana, gira attorno alla trappola e pensa: “Che cosa sarà? Non ho mai visto prima una cosa simile! È insolita, a cosa potrebbe servire? Non sarà per caso un regalo per me?” Il topo continua ad aggirarsi intorno alla trappola, ma non si decide ad entrare. Se ne va a spasso per la casa, libero, mangiucchiando ora un po’ di pane, ora il formaggio, ora il burro, e pensa: “Questa è la volontà Divina. Dio ha creato tutti questi beni nel mondo e vuole che io li assaggi.” Continua così ad entrare e ad uscire dalla sua tana, ma di tanto in tanto la sua attenzione viene attirata dalla trappola. Guarda attraverso la porticina e dice a se stesso: “Lì c’è qualcosa di speciale. La Grande Provvidenza ha pensato anche a me. Chissà come posso fare per entrarvi?” Fa quindi i suoi calcoli e, una volta convinto che sono esatti, entra nella trappola, tocca con prudenza lo stuzzicante bocconcino di carne e all’istante sente dietro di sé: “Click!” – e rimane chiuso dentro. Chi ha costruito la trappola è più intelligente di lui. È sufficiente sfiorare il pezzo di carne e la molla scatta. Adesso il topo lascia perdere la carne e si mette a pensare: “Che cosa è successo? Non ho calcolato qualcosa. Come farò ora?” Chiedo: credete forse che non siate anche voi chiusi così nei vostri corpi come il topo nella trappola? Dicono che l’uomo è libero. Nel modo in cui l’uomo funziona oggi, il suo corpo non è altro che una trappola, una prigione, e, talvolta, come il topo, egli cerca di rosicchiare le sbarre per liberarsi. Le sbarre, però, sono in ferro. È necessaria una grande forza, perché uno riesca ad affrancarsi da solo. Per il debole ci vorrà una persona nobile, che vedendolo rinchiuso, aprirà la porticina e dirà: “Esci, sei libero!” Se, però, la persona è seguace della legge di Mosè, chiamerà “Micio, micio, micio!”, aprirà la trappola e lo lascerà alle unghie del gatto – la sua mala sorte. Il gatto lo catturerà come un guardiano o un esattore delle tasse e gli dirà: “Così impari ad entrare nelle trappole!”

Voi direte: “Il mondo è fatto così.” No, la vita in principio non era fatta così, è nella vita odierna e nelle nostre vedute che c’è qualcosa di marcio. Le manifestazioni e gli eventi nella natura vivente non sono in accordo con le idee delle persone. Alcuni filosofi e studiosi comprendono il creato vivente in un modo, altri di loro in un altro. Ne consegue che esistono diverse spiegazioni degli accadimenti in natura. Tuttavia, sono tutte veritiere. Ogni teoria scientifica risulta valida solo per un dato periodo. Ad esempio, una persona dice di un’altra: “Che ubriacone che è il nostro Stancio.” Qualcun altro dice della stessa persona: “Questo non è vero, io l’ho sempre visto sobrio.” Chi dei due ha ragione? – Tutti e due. Il primo ha visto Stancio quando era sveglio e sempre ubriaco, mentre il secondo – quando dormiva ed era tornato sobrio. Quindi, tutte le affermazioni, che la gente oggi sostiene, sono vere solo in presenza di alcune condizioni.

Dico: la voce interiore nelle persone non è dettata dalla loro mente, ma dai loro sentimenti. Dapprima si è sviluppata la vita sentimentale, ossia, la vita del cuore precede la vita della mente. L’uomo ha iniziato prima a sentire e poi a pensare. Qualcuno dice: “Io penso.” – Si, ma prima di cominciare a pensare, tu provavi sentimenti. Se i sentimenti sono giusti, anche il pensiero sarà tale; se i sentimenti sono errati, anche il pensiero sarà errato. Di conseguenza, ogni persona che prova sentimenti e desideri nobili e percepisce le cose in modo corretto, com’erano in principio nel mondo Divino, avrà anche i pensieri consoni e in armonia. Quando parlo del mondo iniziale, del mondo Divino, lo intendo com’era creato nella sua assoluta purezza e armonia. Quando parliamo del mondo Divino, lo intendiamo come il principio di tutti gli altri mondi. Come il fiume ci fa pensare all’oceano, così anche il mondo fisico ci fa pensare a quello Divino. Tutti i fiumi esistono grazie all’oceano. Dobbiamo, però, pensare, che quando un fiume si intorbidisce ciò succede anche all’oceano? È ridicolo tirare fuori una tale conclusione. Le acque dell’oceano si possono inquinare, ma nella sua origine primordiale esso è perfettamente puro. Se la gente pensa così, vuol dire che comprende Dio come fa con se stessa. Tanti dicono: “Il Signore è come noi.” – No, come l’oceano non si intorbidisce mai, così anche il Signore non può essere come noi. La vita iniziale da cui è nata la vita umana, non può mai inquinarsi. I sentimenti Divini da cui sono nati quelli umani, non possono mai essere contaminati, non possono mai distorcersi. Sono di una purezza assoluta. I sentimenti e i pensieri della gente, tuttavia, per come si esprimono nelle condizioni attuali della vita odierna, la rendono impura, e non perché essa non comprende le cose, ma per l’unico motivo, che desidera più di quanto possa utilizzare nella propria vita. Questo dimostra che l’uomo d’oggi si trova sotto l’effetto dell’”ingordigia”.

“Voce di Uno”. Con la parola “voce” si intende il principio sapiente. Quando si dice voce di Uno, si intende la voce della saggezza di Colui che vive in ogni uomo.

“Voce nel deserto.” Il deserto è un simbolo che rappresenta una vita pura ed elevata. Nel deserto non vi sono né uccellini né animali né sostanze soggette a putrefazione. Quindi, dal punto di vista spirituale, il deserto è considerato simbolo della purezza. Proprio per questo motivo, tutti i grandi, tutti i profeti e gli adepti andavano nel deserto per apprendere questa vita elevata. Per purificarsi l’uomo deve diventare un deserto. In seguito dovrà crearvi alcuni fiumiciattoli, che lo attraverseranno ed innaffieranno per farvi nascere delle piante, che egli crescerà e coltiverà. Purificarsi significa affrancarsi da tutti i pensieri e i desideri inutili che si serbano, i quali si depositano come scorie nell’organismo. Questi depositi sono la causa della decomposizione, della morte. Sia quando ha sia quando non ha – la gente oggi è sempre scontenta. Tutti vivono nella paura e dicono: “Che cosa faremo?” Chiedo: di cosa avere paura? Se c’è qualcosa di cui avere paura, questa è la morte. Chi può sentirsi libero della morte? Essa è il nemico più grande di tutti gli esseri viventi. Arriva come il riscuotitore e riscuote – è sempre in agguato. A volte, mentre qualcuno ancora dorme, essa si avvicina silenziosa e senza che nessuno la scorga, lo prende per la gola e la taglia. Quando i suoi cari si svegliano, dicono: “Se n’è andato, Dio lo perdoni!” Dico: cosa deve perdonargli il Signore? Quello è rimasto senza niente, tutto qua. Qualcuno chiede: “Che cos’è l’uomo?” – Niente di speciale. Se gli fai “hu” (se ci soffi N.d.T.), è andato. L’uomo è un simbolo che implica un  movimento, e il movimento è pensiero. Il nostro significato è il principio umano con il più (+), che vuol dire movimento. Qual è il significato del principio negativo, il meno (-)? – Il meno indica che nel mondo esiste un’entità di misura, che non si sposta mai. Qual è questa entità? – È il punto. Il punto non può essere misurato, ma se si sposta, forma una retta. Questa compie già un movimento e si può misurare. Allo stesso modo, la moglie dice al marito: “La vita non sta solo nel muoversi, nel vagare e girare. Ci sono momenti nella vita umana in cui bisogna fermarsi, cioè riposare.” In effetti, chiunque lavori, deve anche riposare. Che cos’è il riposo? – È passare dal mondo fisico nel mondo spirituale. Tanti credono che il mondo spirituale non abbia grande importanza. Il mondo spirituale è un luogo di riposo, da cui è possibile attingere l’energia necessaria per caricarsi e affrontare la propria vita futura. Per questo, quando si esaurisce la scorta di energia nel proprio corpo, nei propri sentimenti e pensieri, bisogna recarsi nel mondo spirituale, prendere da lì le forze mancanti e tornare nel mondo della materia per lavorare.

“Voce nel deserto. ”La voce rappresenta il nostro saggio dialogo interiore; noi, però, non lo cogliamo come una cosa definita. Ad esempio, qualcuno vuole fare una cosa, ma percepisce una certa lotta interiore, procurata da due diverse idee, da due voci diverse che parlano dentro di lui. Quando si ha un problema importante da risolvere nella vita, si lotta giorno e notte, non ci si può addormentare, si sentono due voci contrarie – una a favore del problema, l’altra a suo svantaggio, finché non si sceglie di ascoltarne una e il problema viene risolto. Se la persona  non è nobile, se non è un grande illuminato, deciderà di seguire il suo amore e sceglierà la via di sinistra; se è nobile, deciderà di servire Dio e sceglierà la via di destra. L’insidia nel percorso di sinistra sta nel fatto che, seguendolo, uno esaurisce tutta la sua energia senza trarne alcun beneficio. Colui che percorre la via di sinistra acquisisce tanto quanto acquisisce l’animale che sta rinchiuso per anni in una tana a rosicchiare il suo osso. Da migliaia di anni l’umanità brama la ricchezza, la felicità, la conoscenza. Dico: fatemi vedere almeno una società che, da 2 mila anni a questa parte, non abbia perso il suo nome o non sia fallita. Mostratemi una persona che, da 2 mila anni a questa parte, abbia iniziato un lavoro, e l’abbia portato a termine, acquisendo qualcosa. – Non vi sono casi del genere. Ciò nonostante, ancora crediamo che sia possibile essere ricchi, sapienti e felici. Questa credenza si basa su tutta un’altra legge. Esistono, tuttavia, persone, che da 2-3 mila anni e più ad oggi, hanno conservato la loro ricchezza, nonché il loro sapere e la loro felicità, ma esse appartengono ad una categoria del tutto diversa. In mezzo alla società odierna vi sono persone i cui corpi si contraddistinguono con un’assoluta flessibilità, poiché conducono una vita totalmente pura e santa. Per questo motivo, appunto, esse svolgono il ruolo di aiutanti nel progresso dell’umanità. Tali persone si possono incontrare ovunque nel mondo, esistono anche in Bulgaria. I bulgari hanno un certo anziano con la barba bianca, che gira con una lunga toga bianca e indossa i sandali. Egli si sposta per tutto il paese e va a trovare molta gente, ma stanno tutti zitti, nessuno osa dire niente a nessuno di questa visita. Se questo anziano visitasse qualche professore, qualche prete o qualche agricoltore, basterebbe che costoro ne aprissero bocca con qualcuno e li prenderebbero tutti per dissennati. Chiedo: da dov’è venuto questo vecchio? I bulgari l’hanno inventato? – No, questo nonno è un uomo nobile, un sant’uomo. Il suo sguardo è profondo e amorevole, la sua voce sommessa e mite, ma potente. È sufficiente che ti guardi una volta per trasmetterti qualche puro e alto pensiero. Questo nonno cura i malati, fa risuscitare i morti. Non appena qualcuno lo scorge, sparisce dal suo sguardo. Nessuno sa niente di lui – dove va, cosa fa, dove si nasconde. Si chiedono l’un l’altro, ma tutti alzano le spalle, nessuno sa rispondere con certezza. Gli studiosi dicono che si tratta di leggende. – Può darsi che abbiano ragione, ma anche le leggende hanno una loro origine, anch’esse hanno una loro esistenza e un loro inizio. Altri direbbero, invece, che questi sono inganni. Che cosa vuol dire? – Che è in vista l’arrivo di qualcosa di nuovo.

Dico: inizialmente l’uomo era puro nei suoi pensieri e nei suoi sentimenti. Chiedo: quali sono i motivi per cui l’uomo oggi si è macchiato? Qualche forza della natura fuori si è impicciata nella sua vita e l’ha deviato dalla retta via. Se, per una volta, ha perso la strada, in questo non c’è niente di male. Il guaio arriva, se non sfrutta l’esperienza che ha acquisito. Solo in questa maniera l’uomo può imparare. Solo attraverso le sofferenze egli può acquistare saggezza e sapienza. L’amore è la via verso l’eterna celebrazione, ma perché uno non lo sprechi, deve prima attraversare il sentiero delle tristezze e delle sofferenze. Qualcuno dice: “Io cerco la Verità.” Per giungere alla Verità bisogna imparare la legge dell’abnegazione che, a sua volta, porta alla comprensione delle leggi del grande Amore. In questo senso, dobbiamo sentire che la vita di tutti è la nostra vita e che le conoscenze di tutti sono anche le nostre. Direte: “È difficile arrivare a questo livello.” Cristo dice: “Amate il vostro nemico!” La gente odierna, però, trova che questo sia impossibile. Quando Cristo ha esposto questa grande idea, non si riferiva alle vedute limitate degli uomini di oggi, ma nemmeno alle vedute degli uomini di quei tempi. Oggi diciamo: “Com’è possibile amare quello che mi ha derubato, che mi ha afflitto? Come posso amare quello che ha ucciso tutti i miei figli? L’unica cosa che posso fare a uno così è ficcargli una pallottola.” Il pensiero di Cristo “amate i vostri nemici” ha un tutt’altro significato. Vuol dire: solo la persona buona può amare il suo nemico, perché è eterna. Chiunque e con qualsiasi cosa la feriscano, essa rimane illesa. Quindi, il male indirizzato alla persona retta ha a che fare solo con essa. Se un deviato vuole uccidere un uomo retto, non ce la farà in nessuna maniera, ma provocherà un gran male a se stesso. Infangherà da solo la sua vita. Il peccato che grava sulla coscienza dell’umanità oggi è, che ha le mani sporche di sangue. Il delinquente attuale, dal punto di vista anatomico e fisiologico, è deformato: le dita delle sue mani sono accorciate; la testa dietro è schiacciata, mentre nella zona delle orecchie è troppo larga; la mascella sporge in avanti; le orecchie sono deformi – sintetizzato in una parola, un tale individuo somiglia ad una bestia. Qualcuno dice: “Io lo ucciderò, mi vendicherò e nessuno saprà niente del mio delitto.” Questo lo crede lui! Ogni delitto compiuto da qualcuno, lascia le sue tracce. Un altro dice: “Io, se uccido qualcuno, andrò in chiesa dal prete, mi pentirò e i miei peccati saranno rimessi.” – Nessun uomo può assolvere un altro uomo dal peccato dell’omicidio. Dio solo è in grado di cancellare i peccati di chiunque sia. Se Dio non lo libera dal peccato, l’omicida porterà in eterno il suo castigo. Voi direte: “Chi può comminarci una punizione?” – Lo può fare la natura, che è saggia. Quando vede che qualcuno compie delitti, essa lo mette in prigione, da dove costui potrà uscire non prima che sia arrivata la quarta generazione, quando avrà espiato i suoi peccati. La questione adesso è: come espiare i delitti e i peccati dell’umanità di oggi? – Ognuno cercherà per sé il modo per assolversi, tenendo conto che non ci sarà scampo per nessuno, tutti pagheranno.

Alcuni dicono di aver ereditato il peccato dai loro avi e bisavi. Chiedo: come spiegano gli scienziati di oggi l’eredità? Immaginatevi che quattro generazioni fa uno dei vostri bisavi avesse condotto una vita sregolata e avesse avuto da una donna di colore un figlio, che era bianco, poiché somigliava al padre. Dopo la morte del padre la madre ha cacciato via il figlio e così egli ha dimenticato entrambi i suoi genitori. Questo figlio ha girato il mondo, si è sposato, ha fatto figli e figlie, è morto, è nato di nuovo, fino a che, nella quarta generazione, gli è nato un figlio di colore, un negretto dai fitti capelli neri, che in mezzo ai figli bianchi sembrava un anatroccolo tra ai pulcini. Chiedo: com’è apparso questo bambino nero dopo quattro intere generazioni? –  Questo bambino è la reincarnazione del vostro bisnonno; l’abito nero che porta adesso dimostra, che quattro generazioni prima egli ha peccato. Se questo fatto si dovesse spiegare con l’eredità, chiedo: qual è la relazione tra i genitori bianchi e questo bambino nero? Vedete, che la relazione tra il vostro nonno e la donna nera è avvenuta quattro generazioni fa. Come mai, fino ad oggi, le qualità della donna non sono mai apparse in nessun altro bambino, ma sono dovuti trascorrere così tanti anni perché venisse al mondo questo figlio nero? Questo indica che da qualche parte nella nostra anima umana viene depositata una memoria dei nostri pensieri e dei nostri desideri buoni e cattivi. In seguito, quando l’anima rinasce sulla terra, le sue qualità forti sovrastano sulle più deboli e formano il corpo della persona.

Noi non stiamo predicando una nuova filosofia, dissentiamo semplicemente dall’opinione che la gente oggi ha sulla vita. Dicono che dopo la morte non esiste più niente, che tutto finisce. Se quest’opinione è vera, perché la storia con il vostro bisnonno non è terminata lì? Perché questo negretto, questo anatroccolo è venuto fuori dopo quattro generazioni? Questo dimostra che tra tutti gli eventi nella vita, che facciano parte del presente o del passato, esiste un legame. Quindi, la vita continua anche dopo la morte. Tra tutte le anime, tra tutte le persone sulla faccia della terra esiste una stretta connessione, da cui nessuno si può liberare. Questo non deve spaventare le persone, piuttosto devono capire i legami intrinsechi della vita. Noi non ci vogliamo scontrare con gli studiosi contemporanei, ma loro devono abbracciare l’idea che tutti gli eventi sono tra essi collegati,  e cercare di spiegarli secondo le leggi della natura vivente. Qualcuno dice: “Preghiamo Dio! Egli ci rivelerà tutto.” Pregare Dio –  questa, invero, è l’arte più grande. Pregare Dio e vedere la tua preghiera accolta, questo implica conoscere il linguaggio del cielo. Se vai in Inghilterra e ti rivolgi a qualcuno per chiedere un favore parlandogli in bulgaro, egli ti guarderà e ti dirà: “Lasciami stare, non farmi perdere tempo! Non capisco niente.” Tu rimarrai solo in strada, mortificato di essere stato respinto. Se invece conosci l’inglese, gli parlerai da subito in questa lingua, gli dirai che sei uno straniero ed egli con prontezza ti aiuterà. Questo vuol dire conoscere la lingua degli inglesi. Essi sono una nazione nobile, disposta ai sacrifici.

Vi riporto un fatto capitato ad un inglese durante il naufragio del “Titanic”. La nave era già sparita sotto le acque e la maggior parte dei passeggeri erano annegati. Solo alcuni di loro, insieme a qualche marinaio, riuscirono a salire su una scialuppa. Però, il numero delle persone a bordo era maggiore, rispetto a quante la barca ne potesse contenere, perciò uno dei marinai si rivolse ai passeggeri dicendo: “Signori, siamo più di quanti la barca possa sostenere in questo mare mosso; in questa situazione siamo tutti in pericolo, si prospetta la morte per tutti. È necessario, quindi, che tre di noi si sacrifichino per il bene degli altri.” Ci fu un grande silenzio. Il marinaio ripeté di nuovo, ma anche questa volta nessuno rispose all’appello. E in verità, chi l’avrebbe potuto fare? A quel punto, uno degli inglesi nella barca chiese: “Quante persone devono buttarsi?” – “Tre.” – “Va bene, mi butto io.” Si sentì qualcosa di pesante cadere in acqua. Dopo qualche istante due marinai seguirono l’esempio dell’inglese. A volte voi dite: “Devo sacrificarmi.” – Quand’è che dovete sacrificarvi? Uno deve sacrificarsi per il bene degli altri, quando si trova nella situazione di quell’inglese. Chiedo: voi, che vi trovate oggi in questa barca, non siete pronti per uscirvi e buttarvi nel mare, in sacrificio per la vostra patria o per tutta l’umanità? Se Cristo non fosse uscito dalla barca e non si fosse buttato in mare, che cosa sarebbe accaduto alla nostra umanità? Se Cristo non si fosse sacrificato per l’umanità, se non si fosse esposto ai colpi dei soldati romani e non avesse caricato la croce sulle sue spalle, quale sarebbe oggi la vostra cultura? Dai colpi che i soldati romani hanno scaricato su Cristo è fuoriuscita una forza, che è entrata dapprima nei soldati stessi e attraverso loro nell’umanità intera. Questa forza è stata trasmessa in modo negativo. Nello stesso modo oggi i bulgari ricevono forza dalla Fratellanza Bianca, che hanno calunniato tanto e che continuano a calunniare. Però, tutti quanti arriveranno alla Verità. I soldati romani non esistono più, l’Impero romano non esiste più, nonostante ciò, la Verità ancora esiste e viene trasmessa da uomo a uomo, da popolo a popolo. I colpi che i soldati romani hanno scaricato su Cristo si sono riflettuti anche su tutta l’umanità, per cui la gente soffre molto più oggi che allora. La gente ora è più infelice, subisce più mali che nei tempi di Cristo. La gente di ora ha la pena nel cuore e la gioia fuori. Sarebbe meglio, invece, avere la gioia nel cuore e la pena fuori. Cosa valgono i miliardi di qualcuno, il cui stomaco e i polmoni sono vuoti? A cosa gli serve il cibo che dà al suo stomaco? E ancora, quanto vale il sapere che ha, se il suo cervello è malato? A cosa gli servono le conoscenze che ha sulla vita e il sapere quale vita sia buona e quale meno buona, se non è in grado di applicarli nella sua propria vita? Con una vita buona, una vita Divina, intendo quella vita in cui ogni parola, ogni sentimento ed ogni pensiero sono quelli giusti e possono aiutare non solo me, ma anche tutti quanti attorno a me. Il senso di questa vita non sta nel tanto, ma nemmeno nel poco; non sta nella forza, ma nemmeno nella debolezza. In cosa consiste allora il senso della vita Divina? – Nella nobiltà del cuore umano. Se ogni persona volesse plasmare il suo cuore e farlo divenire nobile e dignitoso, conoscerebbe il suo vero ruolo come essere umano. Qual è il cuore nobile? – È quello, che anche nelle tempeste più grandi nella vita non si scoraggia. Ogni persona dev’essere come l’inglese nella barca che si alzò e disse: “Signori, mi butterò io nel mare.” Questo inglese aveva un’idea. Chi era costui? – Egli era l’anziano bulgaro. Chi erano i marinai? – Essi erano i suoi aiutanti.

Si dice che, di tanto in tanto, il Signore discende sulla terra per osservare come vivono gli uomini. Spesso Dio scende attraverso questo anziano. E hanno davvero notato che se entrava in una casa, vi entravano anche la pace, il giudizio e l’intesa: i bambini in quella casa non si ammalavano, i genitori erano ragionevoli e amabili. Il paese in cui entrava questo nonno, iniziava ad andare a gonfie vele. E dopo tutto questo, la gente racconta che Dio è vissuto da qualche parte lontano nel cielo, che una volta ha scritto certe leggi, dopodiché non si è più interessato di niente; ha lasciato gli uomini regolarsi da soli, come credevano e potevano. Il Signore di cui parlano così può essere solo un idolo e non un essere assennato. Dio che abita in noi e in cui noi abitiamo è in rapporto reciproco con noi e con tutto ciò ch’è vivo. Egli prova interesse per tutto quello che ha creato. Qual è la qualità che contraddistingue Dio? – Egli è pronto a soddisfare tutti i bisogni non solo delle persone, ma anche degli esseri più piccoli che ha creato, siano essi insetti, erbe o altro. Cos’è che rende Dio così compassionevole verso tutte le creature con i loro bisogni? – Il Grande Amore che pulsa nel Suo cuore. Dio non è mai stato sordo alle nostre sofferenze e ai nostri desideri e non lo sarà mai. Quand’è che egli non è sordo? – Quando questi nostri desideri sono quelli giusti. Se qualcuno vuole diventare re per torturare così i suoi fratelli, Dio non presta orecchio al suo desiderio. Se, però, un affamato si rivolge al Signore implorando aiuto, questi sentirà la sua preghiera e accorrerà ad aiutarlo. Chi chiede a Dio il pane, la sua preghiera viene ascoltata. C’era uno studente bulgaro che raccontava il suo vissuto su come Dio l’aveva aiutato. Era accaduto a Plovdiv. Per qualche motivo, il giovane era rimasto senza mangiare per tre giorni, non riuscendo a trovare neanche un boccone di pane. Passava accanto ad un’osteria turca, dove stavano cucinando dei cibi prelibati in 25 pentole. L’odore stuzzicò ancora di più il suo appetito e la fame si fece insopportabile. Con un profondo sospiro egli pensò: “Proprio a me doveva toccare questa sorte di rimanere a stomaco vuoto per tre giorni?” A quel punto udì chiaramente dentro di sé una voce: “Abbassati e guarda cosa c’è ai tuoi piedi!” Egli guardò e vide un mezzo lev d’argento. La voce aggiunse: “Ora prendilo, entra nell’osteria per sfamarti e smettila di lamentarti!”

Chiedo: possiamo noi, gente di oggi, lamentarci dal vivere nella penuria? Il Signore dell’Amore ci ha dato una grande abbondanza. Egli attende solo che ci rivolgiamo a Lui e che raddrizziamo la nostra vita. In ogni momento Dio ci offre il suo aiuto, mandandoci sia gioie sia sofferenze, perché possiamo tornare sui nostri passi verso l’Amore, correggere i nostri errori e iniziare a vivere come Egli vive. Se Dio, il Grande nel mondo, ci degna della sua attenzione, ci aiuta e si prende cura di noi, non possiamo anche noi, piccola gente, rivolgere la nostra attenzione verso almeno dieci persone ed aiutarle, così come noi siamo aiutati?

“Voce nel deserto.” La voce Divina nel deserto dice ora a tutti: “Districate le vostre vie interiori!” C’è una scienza che determina sia la vita attuale delle persone, sia quella futura. Questa scienza è scritta sul volto. Direte: “I ritratti possono essere letti?” – Se il fotografo è onesto, si possono leggere anche le fotografie, ma la maggior parte dei fotografi odierni cerca di far sembrare la gente più bella o con la pelle più liscia di quanto non lo sia in realtà. Lo fanno ritoccando i visi, cercando così di nascondere il più possibile le rughe presenti. Il vero fotografo deve fotografare la persona in maniera tale da cogliere i suoi tratti somatici, perché un giorno le generazioni future possano interpretare e studiare sul suo volto. Nonostante i loro ritocchi, tuttavia, i fotografi riescono giusto ad eliminare le rughe, mentre tutti gli altri tratti rimangono gli stessi. La forma degli occhi, ad esempio, della bocca, del naso, delle orecchie non possono essere nascoste o cambiate in nessuna maniera. Così, quando vediamo degli occhi grandi e sporgenti in avanti, che cosa ci comunicano? – Una grande ingordigia. Non si tratta della gente di ora, ma essa ha ereditato queste caratteristiche dai suoi avi e bisavi già quattro generazioni prima. Gli occhi di altri, invece, sono incavati e piccoli, come quelli di una talpa. A costoro dico così: “I vostri avi e bisavi, già quattro generazioni fa, vivevano solo per loro stessi, erano gente egoista, che scavava sotto terra, come le talpe.” In altri volti il naso è incurvato in basso, come il becco di un’aquila. Questo indica che, quattro generazioni prima, i nonni di questa persona amavano carpire. Qualcuno dice: “Ho il naso un po’ storto, come faccio per raddrizzarlo?” Dico: “Perché si raddrizzi il tuo naso devono passare altre quattro generazioni, solo allora queste predisposizioni che ti porti dentro si neutralizzeranno.

La stessa cosa vale anche per le malattie. Qualcuno dice: “Non so cosa mi succede, ma da ieri, ad un tratto, mi sono ammalato.” No, non ti sei ammalato ieri, piuttosto la tua malattia si è manifestata ieri. Quando si vuole curare una malattia, la si deve iniziare a curare prima della sua manifestazione e non chiamare il medico quando è già apparsa. La cura deve iniziare 20 anni prima dell’apparizione della malattia. I medici del futuro cureranno i loro malati prima ancora che si siano ammalati. Ad esempio, il medico curerà le cisti prima che appaiano. Cosa fa la gente moderna? A qualcuno appare una brutta ciste e corre subito dal medico. Passa le notti in bianco, soffre, si logora, finché il bisturi del medico non risolve il problema. Come si risolve il problema con l’aiuto del bisturi? – O la situazione migliora o peggiora. Vedete, ad esempio, quanta gente oggi si ammala di cancro. Che razza di malattia è il cancro e a cosa è dovuta? – Le cause del cancro si celano nella contrarietà dei sentimenti. Quando uno inizia una vita sregolata, inevitabilmente si ammalerà di cancro. Quando uno rinuncia all’alto ideale che lo ispirava nella vita, immancabilmente si ammalerà al torace e diventerà pessimista. Così arriva anche la tubercolosi. Direte: “È possibile?” –  È naturale. Immaginate questa persona che per anni segue questo ideale e all’improvviso lo distrugge, dopo che l’aveva nutrita e rafforzata nella vita! Non credete che essa crea così una vera perturbazione dentro di sé? Una tale distruzione non può restare impunita. Distruggere non è una scienza.

La voce di Uno dice nel deserto: “Raddrizzate i sentieri del Signore!” Tutti oggi vogliono vivere bene. È giusto questo loro desiderio. Non solo la gente dei nostri giorni, ma anche la generazione futura deve aspirare a una vita buona, pura e sacra. Anche le migliaia di generazioni dopo di noi devono condurre una buona vita per raddrizzare i sentieri del Signore. Perciò oggi ogni uomo cerca di porre le fondamenta giuste nella propria vita. Gli uomini di ora e quelli del futuro devono trarre la morale dal passato e costruire la propria vita su una base solida. Le persone moderne hanno paura e ciò è indice della loro ignoranza. Non c’è nulla di cui aver paura, ma devono rimboccarsi le maniche e correggere i loro errori. Quando si commette un reato, bisogna avere il coraggio, oltre di confessarlo, anche di ripararlo. Tutti sono capaci di confessarsi, ma l’arte sta nel correggersi. Quindi, ognuno deve concentrarsi nel rettificare il proprio cuore e la propria vita. Qualcuno chiede: “Come si può rettificare la vita?” Domando: com’è stata creata la vita? I sapienti spiegano la sua origine, come sono apparsi tutti i pianeti, com’è nato il sole, ma queste spiegazioni riguardano solo il lato esteriore del discorso della creazione della vita. Gli studiosi non considerano la natura viva pensante, che ha collocato ogni cosa al suo posto, che ha predisposto le condizioni per lo sviluppo di tutti gli organismi viventi, che ha innalzato l’anima umana e lo spirito umano, ed è per questo che non vedono le possibilità che essa ha previsto per tutto. Gli studiosi moderni possono filosofeggiare quanto vogliono, tuttavia, c’è una scienza nel mondo, per mezzo della quale possiamo rettificare la nostra vita. Ognuno deve farlo adesso, perché possa avere la vita giusta anche in futuro. Pertanto, dobbiamo credere nel principio saggio nel mondo, come anche in tutti i movimenti, portatori di saggezza. Nella vita umana esistono movimenti ragionevoli e movimenti privi di raziocinio. Un movimento non ragionevole è, ad esempio, quando qualcuno viene a chiederti un favore e tu fai un gesto con la mano come per dirgli: “Vattene via!” I gesti ponderati sono un linguaggio con il quale tutti possono comprendersi.

Vi darò un esempio di un gesto ragionevole. Durante la guerra di Sebastopoli un soldato francese capitò in un paesino nei pressi di Varna. Andò da alcuni contadini e, parlando loro in francese, chiese un po’ di latte. Questi lo guardarono e dissero: “Non capiamo niente di quello che dici, parla in bulgaro!” Ma neanche lui parlava il bulgaro. All’improvviso gli venne in mente di compiere alcuni gesti per spiegare quello che voleva. S’inchinò e fece in terra un buco, poi simulò con le mani un movimento come se mungesse qualcosa. Il buco in terra rappresentava la ciotola per raccogliere il latte. I contadini capirono al volo e gli dissero: “Bravo, caro fratello, potevi dirlo anche subito in bulgaro che volevi il latte!” Lo capirono quindi grazie ai movimenti eseguiti. Questo indica che esiste un linguaggio grazie al quale tutti gli uomini possono comprendersi e conoscersi. Anche le sofferenze e le gioie hanno una loro espressione. Quando uno soffre glielo si legge in faccia. Pure gli animali soffrono. Ogni pena, ogni tristezza lascia la sua impronta sull’essere che la prova. Come le malattie lasciano i loro segni sui volti delle persone, così anche le amarezze lasciano le loro tracce. Una bella giovane voleva mettere alla prova l’amore del suo prescelto, per decidere se rispondere al suo amore o liberarsene. A tale scopo, indossò una maschera che era bucherellata e annerita similmente a ciò che accade alle persone colpite dal vaiolo. Quando il giovane arrivò ella gli disse: “Guarda il mio viso com’è diventato brutto dopo la malattia che ho passato!” Egli la guardò e non gli piacque. Lei chiese: “Mi ami ora?” – “No, con questo viso non riesco ad amarti.” E così lei capì com’era l’amore del giovane. È così, in effetti, l’amore umano – dipende dalla pelle. Se la pelle si rovina, l’amore svanisce. La maggior parte della gente oggi cerca l’apparenza, la ricchezza e la fama. E tante giovani dicono: “Non importa che sia vecchio o stupido, ma conta che abbia il portafoglio pieno.” Anche i giovani dicono lo stesso delle ragazze. Questo però non è morale. La vita non si può costruire su tali fondamenta. Dicono: “Bisogna pur credere in qualcosa, non importa in che cosa.” Dico: non bisogna credere in una cosa qualunque, ma nel principio assoluto della vita, che porta nobiltà al cuore, pace all’anima, forza alla mente e salute al corpo. Tanti cercano la tranquillità e la salute negli altri o nei medici. No, bisogna credere in Dio e, una volta trovato, la malattia scomparirà e la tranquillità tornerà. Quando Cristo era sulla croce, diceva: “Alle Tue mani, Signore, affido il mio spirito.” Oggi la gente quando muore dice: “Signore, accogli la mia anima!” Quindi, non sa pregare il Signore nemmeno quando sta per morire, gli dà un ordine. Quand’è che Cristo parla a Dio così? – Solo dopo essere stato ripudiato dagli uomini. Rivolgendosi al Signore, egli dice: “Signore, questi uomini mi hanno malmenato, inveito contro di me, cacciato via, perciò, ti prego, accogli il mio spirito!” Fino a quel momento egli lavora in mezzo alla gente. La stessa cosa vale anche per voi. Finché la gente vuole che lavoriate in mezzo ad essa, non avete motivo per lasciare il mondo. Dov’è la filosofia nell’andarvene prima che vi caccino via? Quando arriva il momento in cui non vi vogliono più, allora dite come Cristo: “Alle Tue mani, Signore, affido il mio spirito.” La moglie dice al marito: “Non voglio più vivere con te!” Il figlio dice al padre: “Non voglio più vivere con te!” Dico alla moglie: “Se tuo marito è un uomo dell’Amore, starai con lui e imparerai da lui!” Dico al figlio: “Se tuo padre è un uomo dell’Amore, starai con lui ed egli sarà il tuo maestro!”

Oggi tutti cercano la libertà, ma invece di trovare libertà, cadono in schiavitù. Perché? – Perché non sanno come acquistarla. Si offendono per nulla. Parlano dell’Amore, ma applicano la legge di Mosè. Quando vedono che qualcuno predica la Verità, iniziano subito a dubitare di lui dicendo: “Chissà perché questo sta predicando e quanto lo pagano per farlo?” Qualcuno dice: “Forse gli danno migliaia di leva, o forse un milione.” Ecco perché tanti affermano: “Se è questione di un milione, anche noi possiamo diventare bravi predicatori.” – No, non esiste un predicatore pagato. Un “battacchio” sì, ma non un predicatore. Chi predica deve soddisfare i suoi desideri per ultimo. Quando tutti si saranno saziati, egli dovrà essere restato per ultimo e dovrà chiedere al Signore: “Signore, posso mangiare anch’io?” Il predicatore deve essere idealista, deve parlare e servire Dio volontariamente e non per forza. Così devono essere le persone del nuovo ideale; cosi devono essere le persone della nuova scienza! Questa deve essere la filosofia di tutti i musicisti, poeti, pittori, filosofi e studiosi! In futuro, in vista di una festa, ci sarà un ordine del tutto nuovo per apparecchiare la tavola, diverso da quello usato finora. Le madri assegneranno i primi posti ai bambini, poi collocheranno la gente comune e infine metteranno i più noti – musicisti, poeti, scrittori, pittori, scienziati e filosofi, che diranno: “Oh Signore, finora abbiamo suonato, cantato, disegnato, insegnato ai bambini – abbiamo fatto tutto per loro, ed ora anche noi mangeremo insieme a loro e ci riposeremo.” È così che deve essere! Il musicista suona per i bambini, lo scrittore scrive per i bambini, il filosofo lavora per i bambini e anche lo scienziato lavora per i bambini. Le persone attuali, che fanno le guerre, che lottano, che si tirano i capelli, sono bambini. Tanti dicono: “Noi abbiamo una cultura!” – Sì, la cultura dei bambini piccoli. Secondo gli ultimi calcoli l’umanità attualmente ha 12 anni, mentre nell’epoca nuova ne avrà 14. Il numero 12 indica che l’umanità ha completato il suo sviluppo per la vecchia epoca e sta entrando in un’epoca nuova, dalle nuove condizioni e una nuova vita.

Io vorrei che tutti avessero 14 anni, che ponessero basamenti interiori forti nella propria vita. Non stiamo parlando della filosofia e della scienza moderne. Gli scienziati, i filosofi, i poeti e i musicisti di oggi sono privi di originalità, tutte le loro conoscenze le hanno prese e le prendono gli uni dagli altri. Se un predicatore di oggi aprisse il Vangelo, direbbe: “Voi dovete vivere secondo questo libro sacro!” Chiedo: è questo il libro che ha consultato il profeta Isaia? E Mosè? Ha attinto materiale da questo libro? E i cinque libri della Torah come sono scritti? Né il profeta Isaia né Mosè hanno utilizzato questo libro, tanto meno si sono rivolti a Cristo, come fanno tutti i religiosi attuali. Secondo la vostra idea viene fuori che tutti i profeti antichi erano eretici. Perché? – Perché non si sono consultati con Cristo. Se, però, adesso venissero i profeti Geremia e Isaia, o Mosè, aprirebbero questo libro e direbbero sorridendo: “Anche noi crediamo in questo libro,  crediamo nel Vangelo.” Perché? – Perché, quando questo libro veniva creato, anche noi ci abbiamo lavorato. È mai possibile non credere in qualcosa su cui hai lavorato? Quando Dio operava nel mondo, anche noi eravamo con Lui. Invero, tutti i profeti antichi hanno preso parte nell’opera Divina. Oggi chiamano anche noi a lavorare con Dio. Nella Sacra Scrittura è detto: “Mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra, trovavo la mia gioia tra i figli degli uomini.“ – Chi sono questi figli? – Sono i figli saggi della Fratellanza Bianca, insieme ai quali la Saggezza gioiva.

“Voce di Uno.” Questa è la voce Divina, che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore!” Tutti devono cambiare il modo di vivere che hanno avuto finora. La sorellina maggiore (in bulgaro “kàka”, N.d.T.), che fino ai suoi 14 anni ha un po’ strapazzato i suoi fratellini più piccoli e ha tirato loro i capelli, compiuti i 14 anni, si addolcisce, diventa più attenta nei rapporti perché sa di essere osservata. Si rivolge in modo molto più amorevole verso i suoi fratellini e le sue sorelline, dando loro una leggera pacca sulle spalle e dicendo: “Amori miei!” Questo vuol dire che è cresciuta rispetto a loro.

Io vorrei che tutte le giovani sorelle diventassero maggiori (“kaki”) e i giovani fratelli “batiovtzi” (fratelli maggiori, N.d.T.) per difendere i più piccoli. È bene che ci siano “kaki” e “batiovtzi” nel mondo! Cosa significano le parole “kaka” e “batio”? Queste parole oggi hanno perso molto del loro significato iniziale. La parola “kaka” è composta da ka-ak, dove “ak” sta per bianco. La parola “brat” (fratello, N.d.T.), “batio”(fratello maggiore), aba, questo è il principio primordiale Divino, che vive in “batio”. Quando questo principio entra nell’uomo, egli diventa un vero fratello o una vera sorella. Quando esso entra nel fratello, egli diventa “batio”, quando entra nella sorella, ella diventa “kàka”. Queste parole provengono dal sanscrito, sono presenti anche nella lingua cinese e quella greca. Se si studia l’origine delle lingue, si può risalire alla loro formazione.

La voce di Uno che grida nel deserto: “Raddrizzate i sentieri del Signore!” Quando diciamo di essere giunti alla fine di quest’epoca, si intende che siamo alle soglie di un’altra, la grande epoca finora senza precedenti. Mai fino adesso l’umanità ha avuto condizioni migliori. In molti dicono che il mondo finirà. No, il mondo non finirà, ma finiranno i crimini, cioè, verranno interrotti i delitti nel mondo. Sta ora arrivando una nuova cultura – la cultura delle idee, che necessita di gente portatrice di idee. Quando qualcuno dubiterà di me, alzerò la mano e gli dirò: “Leggi la mia mano!” Quando qualcuno dubiterà di me, mi scoprirò il volto e gli dirò: “Leggi sul mio volto!” Quando qualcuno dubiterà di me, gli dirò: “Leggi sul mio corpo!” 30 anni fa incontrai un condottiero bulgaro, che aveva allora circa 70 anni, guardai la sua mano e gli dissi: “Fratello, hai commesso grandi crimini, hai ucciso molta gente.” Il viso dell’anziano sembrava buono. Rispose: “Sì, figliolo, grandi crimini pesano sulla mia coscienza, volevo fare del bene al mio popolo, ma ho fallito, ho solo macchiato la mia anima.” – “Sulla tua mano non c’è nulla di buono e risponderai davanti a Dio per tutto ciò che hai fatto.” – “Dici bene, figliolo, non vorrei incontrare nessuno con una mano come la mia. Ho compreso che, agendo come ho agito io, non si può liberare un popolo.“ – Giusto, un popolo lo si libera usando un dialogo ragionevole, senza uccidere e spargere sangue, senza torturarsi e infliggersi dolore. Solo con l’amore si possono liberare i popoli; solo con l’amore si possono liberare le persone dalla loro schiavitù. Oggi ogni uomo, ogni popolo, persino tutta l’umanità stanno cercando di risolvere un grande problema nel mondo. Quando ognuno troverà la propria soluzione personale, quando accoglierà il principio Divino e gli assegnerà il primo posto dentro di sé, allora anche i popoli e tutta l’umanità troveranno la loro soluzione. Il mondo si raddrizzerà quando si sarà raddrizzato l’individuo. È impossibile che un popolo si innalzi in maniera collettiva. I popoli non esistono di per se stessi. Essi rappresentano delle possibilità per i singoli individui, per le anime. Come i semi e le foglie delle piante, degli alberi, costituiscono le condizioni per la loro crescita, così anche tutte le forme esteriori costituiscono le condizioni per l’espansione di quella vita elevata e intelligente, che si manifesta nel mondo. Quindi, ognuno deve dire: “Quando io correggo la mia vita, anche il mondo si perfezionerà.” Ogni persona ha la possibilità di correggere se stessa. Questo momento è di estrema importanza nella vita dell’individuo. Oggi la Bulgaria ha bisogno di tali persone. Che siano 5, 10, 100, 1000 – più sono e meglio è! Questo deve essere il grande ideale di ogni uomo, di ogni popolo. Se i bulgari vogliono esistere come popolo, devono anelare all’ideale, poiché solamente lì c’è la vera vita. La persona può esistere solo nell’ideale; la famiglia può esistere solo nell’ideale; la tribù può esistere solo nell’ideale. Perché è insigne l’odierna Grecia? – Lo è per i suoi studiosi, per la sua antica e grande cultura, manifesta negli occhi di Orfeo, Socrate, Pitagora, Platone e altri. Cos’è che rende grande Roma? – I suoi grandi personaggi, e non i suoi governatori.  Solo i grandi uomini lasciano qualcosa al mondo. Perché è noto il popolo ebraico? – Per il suo libro sacro. Se questo libro gli viene tolto, smetterà di esistere come popolo. Perché sono illustri gli egiziani? – Per le loro piramidi che hanno lasciato all’umanità. Con cosa si contraddistingue la cultura cristiana? Con la legge dell’abnegazione. È proprio la cultura cristiana che ha elevato la donna, che ha elevato il cuore come principio. Essa è la cultura della donna, perciò è la donna che la deve comprendere meglio. La cultura cristiana non è degli uomini. Ora sta per arrivare la cultura degli uomini. Quindi, la cultura cristiana delle donne e la nuova cultura degli uomini formeranno due poli contrapposti nella vita. Essi dovranno convergere e dare una nuova direzione all’intera terra. Tra gli uomini e le donne dovrà avvenire una comprensione interiore, un’intesa di idee. Solamente così si potrà diventare coscienti della vita e potrà venire una nuova religione tra gli uomini.

Le parole “una nuova religione” mettono oggi paura alla gente. Cosa c’è di spaventoso nella nuova religione? – È la religione dell’Amore. Allora, cosa c’è di spaventoso nell’amore? Non stanno piangendo tutti oggi perché hanno perso il loro amore e quindi lo cercano di continuo? Quando arriverà la nuova religione, la gente non penserà più né ai paesi né ai regni. La terra sarà tutta un paese, un intero regno. Poi, se vorranno costruire delle chiese, lo facciano, tutte quelle che vogliono! Se vorranno costruire delle caserme, le facciano! Esse serviranno per l’educazione della gioventù. Allora tutto quello che verrà pensato e fatto sarà per il bene di tutta l’umanità. Quando verrà questo momento tutte le persone si capiranno. Come verranno visti i santi? – Come persone della grande scienza interiore. Come saranno visti i filosofi? – Come persone che comprendono la vita in maniera saggia e corretta. Come verranno intese la musica e la poesia? – Attraverso quei canti sublimi che stimolano quel fremito, bello e puro, nei cuori umani. Ora dappertutto si sente la canzone: “Piange la foresta, la foresta e anche la montagna.” – Questa non è una canzone. Per colpa di chi piangono le foreste? È vero, tutte le foreste bulgare oggi piangono e io dico loro: “Piangete, anch’io piango insieme a voi.” Adesso invece i bulgari devono cantare così: “Piange il mio cuore, ma perché non pianga, io laverò via tutti i miei peccati. Da ora in avanti non priverò più la foresta dei suoi alberi, ma la spingerò verso una vita nuova, così come spingerò il mio cuore verso il bene.” La foresta simboleggia una vita particolare. Chi non ha rispetto per essa, non può averlo neanche per gli uomini. Chi non ha rispetto per le sorgenti e le distrugge, non sa rispettare nemmeno la vita. Ovunque e in ogni cosa si cela la vita.

Voce di Uno che grida nel Deserto: “Raddrizzate i sentieri del Signore!” Perché? – Perché sta arrivando la nuova cultura. Dite: “Cosa succederà con il vecchio?” – Il vecchio non perirà subito. Tutto ciò ch’è vecchio, ma lo si può utilizzare per costruire il nuovo, verrà utilizzato, mentre ciò che non è idoneo verrà scartato come inutilizzabile. Oltre al vecchio, che cambierà, dovrà cambiare anche l’uomo. L’uomo, così com’è oggi, con il suo vecchio credo, con le sue vedute antiche, non può neanche avvicinarsi alla nuova cultura. Per com’è strutturato oggi l’uomo – con il suo cranio, con il suo volto, con le sue gambe e le sue braccia, con i suoi muscoli e le sue ossa – non può muovere neppure un passo verso la nuova cultura. Egli deve trasformarsi radicalmente se vuole entrare in questa nuova vita. Qual è il credo della gente odierna? Oggi la vedi pronta a sacrificarsi per il bene degli altri e l’indomani dice: “Perché devo sacrificarmi per gli altri? Non li meritano i sacrifici.” – E lascia perdere. – No, ogni persona deve operare come opera Dio. Ogni mattino Dio emana la sua benedizione, emana cibo, vestiti, gioia e allegria a tutte le creature. Così anche ogni persona deve compiere, senza esitare, il lavoro che Dio le ha assegnato.

Dopo tutto questo, verrà qualche filosofo a chiedermi qual è il mio concetto di Dio. Dio è Amore, Saggezza e Verità – tre mondi immensi, per lo studio dei quali necessito di tutta l’eternità. Per imparare cosa sono l’Amore, la Saggezza e la Verità devo prima avere a disposizione tutta l’eternità, e al mio ritorno poi vi racconterò cosa rappresentano questi tre mondi. Non farò come quel filosofo che visse solo di menzogne. Un giorno fu chiamato dal sultano, che gli disse: “Dì una bugia!” – “No, ho deciso di non mentire più. Ma ho bisogno che tu mi faccia un favore: è morto mio padre e mi servono 500 lire, potresti prestarmele?” Il sultano gli diede le 500 lire, dicendogli di restituirle al più presto. Il filosofo prese i soldi, girovagò senza meta per il mondo, ma non tornò dal sultano. Quest’ultimo lo chiamò e gli chiese: “Perché non hai restituito il denaro?” – “Quando ho preso i soldi e ti ho detto la bugia, beh, quella è stata l’ultima.” Nello stesso modo si inganna la gente oggigiorno: dal punto di vista religioso, scientifico, nei rapporti uomo-donna. Tutti parlano di libertà, ma non ce l’hanno, si illudono; parlano di vittoria, ma non c’è nessuna vittoria. Qualche donna dice del marito: “Mio marito è bravissimo, non ce n’è un altro come lui!” Trascorso nemmeno un anno, la stessa donna dice: “Che Dio ti guardi da un marito così!” Una madre parla del suo bambino: “Non c’è un altro angioletto come il mio bambino.” Passano 2-3 anni e la stessa madre dice: “Che Dio ti guardi da un figlio così!” Tutti dicono: “Che Dio ti guardi!” Si, è un tempo ora in cui dovete guardarvene.

Dico: se rispettate le leggi dell’Amore, della Saggezza e della Verità, pioveranno su di voi tutte le benedizioni promesse all’umanità dai tempi più remoti. E se tutti i bulgari si uniscono a Dio e si avviano nell’operare insieme a lui, il nonno bulgaro con la barba bianca, con il cuore nobile, con l’intelletto supremo e la toga bianca verrà in mezzo a loro; e se lo riconoscono, Egli porrà la base della nuova cultura per loro e apporterà la pace, la gioia e l’allegria in mezzo a tutte le persone. E allora tutti crederanno che nel mondo sia arrivato qualcosa di nuovo, qualcosa di grande.


Conferenza del Maestro, tenuta il 12.12.1926 a Sofia

 


Traduzione dal bulgaro: Irena Yordanova